IL NUMERO

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Almeno il 2 % della popolazione adulta mondiale, secondo gli studi degli esperti, soffre di sonnambulismo. Questo disturbo del sonno si presenta una o due volte al mese, con frequenza variabile in base alle condizioni specifiche della persona che ne soffre. Il sonnambulo, mentre dorme, mette in atto azioni e movimenti, che vanno dal classico aggirarsi per casa (l’immaginario collettivo vede il sonnambulo che cammina a occhi chiusi, con le braccia distese in avanti), al più complesso alzarsi e vestirsi.

Un’insolita condizione sperimentata da uomini e donne indifferenziatamente è la sexsonnia, durante la quale il soggetto si impegna in un rapporto sessuale, senza ricordarne nulla, una volta sveglio. Di prevalenza maschile è invece spogliarsi durante il sonno, azione probabilmente indotta dallo stress o dall’abuso di alcol. Più comune è parlare, che capita a tutti almeno una volta nel corso della vita, con casi anche di lunghi monologhi, detti sonniloqui. In questo caso, le cause sono da ricercarsi nella privazione del sonno, lo stress e l’uso di droghe e alcol. Non infrequenti sono i casi di individui che, in questo particolare stato di dormiveglia, scatenano la loro creatività; ad esempio nel 2015 un’adolescente è stata ripresa mentre suonava il pianoforte. Famoso è il caso di Lee Hadwin, pittore di una certa notorietà, che dipinge nel sonno. Il particolare curioso è che lui stesso afferma di non riuscire a produrre da sveglio i disegni che realizza dormendo.

Purtroppo il sonnambulismo può condurre anche ad azioni scellerate e violente; un inglese di 59 ani,  Brian Thomas, nel 2009, uccise sua moglie mentre era in preda a un terribile incubo notturno. Fu assolto dall’accusa di omicidio, in mezzo alle polemiche, proprio perché non era cosciente nel momento in cui commise l’assassinio. Dalle prove raccolte dalla polizia e da numerosi esperti emerse che Thomas, in quel momento, non aveva il controllo del proprio corpo.

Per quanto si studi a riguardo, il sonnambulismo rimane un fenomeno controverso e fonte di continue ricerche, indefinito e senza cause precise che lo determinino.

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