IL NUMERO

3.763

Sono 3.763 i pazienti che in Italia hanno subito un trapianto di organo nel 2016, da cadavere a vivente. Una crescita significativa del 13%, che corrisponde a 409 interventi in più rispetto al 2015.
I dati sono quelli del Report del Centro nazionale trapianti (Cnt), che gestisce la banca dati delle persone in lista di attesa, gli espianti e i trapianti effettuati, in rete con i Centri regionali e locali delle singole Aziende sanitarie.

Sono numeri che lasciano ben sperare, perché mai era stata raggiunta questa cifra in passato. In crescita complessivamente anche i donatori (viventi e dopo l’accertamento di morte): il numero complessivo delle donazioni nel 2016 è di 1.596, contro le 1.489 del 2015, mentre i donatori dopo accertamento di morte superano per la prima volta quota 1.300.

La principale novità, sempre secondo il Cnt, riguarda le donazioni da vivente, che già nel 2015 avevano registrato un incremento del 20,4% rispetto all’anno precedente. In particolare quelle di rene da vivente hanno raggiunto un altro record, superando per la prima volta la soglia dei 300 prelievi.

Per gli altri organi, sono cresciuti i trapianti combinati rene-pancreas (53 nel 2016, 31 nel 2015), i trapianti di fegato (1.235 nel 2016, 1.094 nel 2015), di cuore (267 nel 2016, 246 nel 2015) e di polmone (154 nel 2016, 112 nel 2015).

La regione più “generosa” si conferma la Toscana, con il 53,3% delle donazioni, seguita dall’Emilia Romagna (36,4%), dal Trentino (33,5%), dal Friuli Venezia Giulia, il Veneto, il Piemonte, la Lombardia. Fanalino di coda le regioni del sud, malgrado gli aumenti registrati in Campania, Sicilia, Puglia e Lazio.

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