LA DATA

3 settembre 1982

Alle ore 21:15 del 3 settembre 1982 il Generale dell’Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro, furono assassinati a Palermo con raffiche di Kalashnikov AK-47 mentre erano a bordo della loro auto.

Il generale, come capo del nucleo speciale antiterrorismo dei Carabinieri, aveva guidato, a partire dal settembre 1978, la controffensiva dello Stato sui gruppi eversivi di estrema sinistra, in particolare sulle Brigate Rosse ottenendo notevoli risultati tra i quali spicca l’individuazione e l’arresto degli esecutori materiali degli omicidi di Aldo Moro e della sua scorta.

Iniziò inoltre ad investigare sulle presunte relazioni tra mafia e politica e pochi mesi prima della sua morte scrisse al Presidente del Consiglio dicendo che la corrente democristiana siciliana, facente capo ad Andreotti, era la famiglia politica più inquinata dalla mafia. Un mese dopo fu inviato come prefetto a Palermo all’indomani dell’omicidio del sindacalista e uomo politico comunista Pio La Torre. Nei poco più di cento giorni da prefetto a Palermo, non ebbe i promessi e non meglio precisati “poteri speciali” dal Governo, lamentandosene nell’agosto del 1982 in una famosa e polemica intervista concessa al giornalista del quotidiano “La Repubblica” Giorgio Bocca.

Poco tempo dopo fu assassinato: un omicidio politico, non solo mafioso. Sul luogo dell’attentato fu affissa la scritta: «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti.»