IL NUMERO

30.000

È il numero di cellule che muoiono ogni minuto sullo strato superficiale degli esseri umani per essere sostituite da altrettante nuove cellule. Nei 1.440 minuti che viviamo ogni giorno il peso di quei 43,2 milioni di cellule che muoiono ammonta a quasi un grammo, per cui facendo un po’ di conti a spanne e considerando la vita media di un individuo si arriva a quasi 20 chilogrammi di pelle che perdiamo nel corso della nostra esistenza. Aberrante può risultare il calcolo di quanta pelle perde ogni anno l’intera umanità che ormai cresce nell’ordine dei miliardi. L’articolo di “Focus” dal quale sono tratte queste cifre spiega anche che cambiamo completamente lo strato superficiale della pelle (l’epidermide) nell’arco di 3-4 settimane: ogni mese, insomma, la nostra osmotica barriera con l’esterno, primo approccio delle gradevoli o dolorose e fastidiose sensazioni tattili, si rinnova, ma noi non siamo più esattamente quello che eravamo.

«L’epidermide – si legge in quell’articolo – è il più superficiale dei tre strati di cui è composta la pelle (gli altri due sono il derma, e, ancora più in profondità, l’ipoderma), ed è formata a sua volta da 4 strati: basale, spinoso, granuloso, corneo; un quinto, lucido, è presente solo sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Partendo dallo strato basale dell’epidermide, le cellule maturano e si spostano verso la superficie. Via via, perdono il nucleo e si arricchiscono di cheratina. Quando raggiungono la superficie sono morte, si staccano e vengono eliminate attraverso il lavaggio e la desquamazione». Non vi si accappona la pelle?

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