LA DATA

30 agosto 1706

Non sarebbe mai passato alla storia il nome di un semplice minatore dell’esercito sabaudo se, durante la guerra di successione spagnola, non si fosse reso protagonista di un atto di eroismo che consentì alla città di Torino di resistere all’assedio delle truppe francesi.

Era la notte del 30 agosto 1706 quando il nome di Pietro Micca, ex muratore arruolatosi nell’esercito perché rimasto disoccupato, divenne quello di un eroe nazionale, degno di entrare nei racconti strappalacrime del Cuore di Edmondo De Amicis (suo concittadino) e nei sussidiari delle scuole elementari, almeno fino al secolo scorso.

Le sue ultime parole furono quelle pronunciate, in dialetto piemontese, per mettere in salvo il compagno che era con lui: «Auss-te ch’it ses pì long ëd na giornà sensa pan, alzati che sei più lungo di una giornata senza pane». Pietro Micca si stava infatti cimentando in un’impresa molto pericolosa: durante l’assedio di Torino, visto che le truppe francesi erano riuscite a penetrare in una delle gallerie sotterranee della Cittadella uccidendo i soldati di guardia e tentando di sfondare una delle porte presidiate da lui e da un commilitone, decise di far saltare la galleria per fermare l’entrata dei nemici.

Aveva a disposizione un barilotto da 20 chili di polvere da sparo e, pur consapevole del rischio che correvano, decise di utilizzare una miccia corta perché non c’era più tempo da perdere. Il suo ultimo gesto, prima di dar fuoco alle polveri, fu quello di allontanare il compagno, che si salvò. Pietro Micca detto Passepartout, invece, non riuscì a mettersi in salvo e il suo corpo venne scagliato lontano dall’esplosione morendo sul colpo.

Il modesto muratore divenne così un eroe nazionale. Torino lo ricorda con una statua, una via e un museo a lui dedicati.