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300.000
Malati di epatite C in Italia

L'Italia si è impegnata a eliminare l'epatite C entro il 2030, come richiesto dall'OMS, ma ad oggi non è ancora stato rinnovato il fondo ministeriale speciale per l'acquisto dei nuovi farmaci anti epatite
il virus dell’epatite C

In Italia si stima che i malati di epatite C siano tra 270 mila e  300 mila, compresi quelli cui non è ancora stata diagnosticata. Il virus Hcv responsabile di questa gravissima infezione, infatti, è subdolo e a volte asintomatico fino a quando gli effetti più gravi che provoca sul fegato non cominciano a manifestarsi. Quindi il numero di persone contagiate potrebbe essere molto più alto, ma ad oggi non è possibile saperlo se non sottoponendo a screening chi è ritenuto a rischio. L’ultima indagine sulla prevalenza dell’epatite C risale a circa 20 anni fa e da allora la diffusione di questa malattia che attacca e distrugge il fegato non è stata studiata.

L’Italia si è impegnata a eliminare l’epatite C entro il 2030, come chiede l’Organizzazione mondiale della sanità, sia attraverso la prevenzione del contagio (che avviene con scambio di materiale contaminato con sangue infetto e per rapporti sessuali non protetti), sia mettendo a disposizione su larga scala i farmaci di ultima generazione che ad oggi hanno dimostrato grande efficacia nella regressione dell’infezione, sia con gli screening. Tuttavia, dal 2020 non sarà più a disposizione il fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci innovativi anti-epatite, che hanno permesso ai pazienti di accedere a cure dai costi altrimenti elevatissimi. L’acquisto di questi medicinali tornerà, quindi, a pesare solo sui bilanci della sanità regionale, spiega Ivan Gardini, presidente dell’Epac, l’associazione che raccoglie i pazienti con epatite e altre malattie del fegato, alla rivista on-line “Linkiesta“.

Fino all’inizio del 2017, i farmaci anti epatite C venivano rimborsati dal Servizio sanitario nazionale solo in caso di malattia avanzata, mentre gli altri circa 100 mila malati restavano fuori, trovandosi davanti lo scoglio di terapie con prezzi che superavano anche i 50 mila euro. E il risultato era un vero e proprio “turismo sanitario” all’estero, India in testa, in cui i pazienti si potevano curare anche con 500-600 euro. Mentre nei forum si organizzavano acquisti collettivi online, anche per farmaci di dubbia provenienza.