DAILY LA DATA

31 agosto 1949
Compleanno di Richard Gere

I settant'anni del famoso attore e difensore dei diritti civili

Zack Mayo, l’affascinante protagonista di Ufficiale e gentiluomo, compie oggi settant’anni. Anche Edward Lewis, l’affarista miliardario di Pretty Woman, e l’adorabile, pericoloso Mr. Jones. Che tutti abbiano la faccia, sorniona ed elegante di Richard Tiffany Gere (classe 1949, nato a Philadelphia, Pennsylvania, da genitori d’origine anglo-irlandese), la dice lunga sulle capacità attoriali di uno dei più noti protagonisti del cinema statunitense: Gere passa con disinvoltura dal ruolo sexy di American Gigolò alle atmosfere cavalleresche de Il primo cavaliere, dalla commedia brillante al Golden Globe, vinto nel 2003 per Chicago, fino all’interesse per il cinema indipendente (per cui ha aderito a molti progetti, tra cui quello in cui riveste il ruolo di un senzatetto in Gli invisibili, del 2014).

Tuttavia, Gere – che si è avvicinato dapprima al buddismo zen con Kyozan Joshu Sasaki – è anche un personaggio impegnato nella difesa dei diritti umani. Nel 1978 compie un viaggio in Nepal, dove incontra molti seguaci del Dalai Lama; lo conoscerà in India, per divenire poi un buddista tibetano convinto (nonché sostenitore della figura politica del leader). Oltre a ciò, l’attore è anche uno strenuo difensore dei diritti umani sul suolo tibetano, cofondatore della Tibet House, creatore della Fondazione Gere e presidente del Consiglio di Amministrazione per l’International Campaign for Tibet. Per queste ragioni, gli è stato definitivamente interdetto di porre piede nella Repubblica popolare cinese. Nel 1993 – come presentatore degli Academy Award – ha denunciato pubblicamente il governo cinese, facendosi escludere dalla lista dei futuri partecipanti all’evento. Non pago, nel 2007 ha chiesto il boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino dell’anno successivo.

L’impegno civile di Richard Gere, tra un film di successo e l’altro, non si esaurisce in Asia. Da molti anni, sostiene attivamente Survival International, l’organizzazione che tutela i diritti dei popoli indigeni in tutto il mondo. L’azione più recente di Gere, solo venti giorni fa, quando è salito a bordo della nave Open Arms, in attesa dell’autorizzazione a sbarcare nel porto più vicino, per portare acqua,  cibo e la propria solidarietà, amplificata ad arte dai media. Sempre coerente: «C’è un solo modo per vivere in armonia con se stessi e con gli altri, – sostiene – coltivando sentimenti positivi e praticando ogni giorno la generosità, la gratitudine, il perdono e la gentilezza». Chapeau, e cento di questi giorni.

 

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