LA DATA

31 dicembre 1980

Il 31 dicembre del 1980, muore a Toronto, Herbert Marshall McLuhan, sociologo, filosofo, critico letterario e professore canadese. Soprattutto teorico della comunicazione di massa, cui dobbiamo l’assioma che «il medium è il messaggio» e la figura retorica del «villaggio globale».

La sua fama, infatti, è legata all’interpretazione innovativa degli effetti prodotti dalla comunicazione sulla società e sui comportamenti dei singoli. Una riflessione che ruota intorno all’ipotesi secondo cui il mezzo tecnologico che determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti pervasivi sull’immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell’informazione stessa. Di qui la sua celebre tesi secondo cui «il medium è il messaggio».

«Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un’azienda privata o dare in monopolio a una società l’atmosfera terrestre», scriveva McLuhan nel saggio Gli strumenti del comunicare.

Questo testo, peraltro, è tra i lavori più famosi di McLuhan, per la ricerca innovativa nel campo dell’ecologia dei media e per l’affermazione che è importante studiare i media non tanto in base ai contenuti che veicolano, ma in base ai criteri strutturali con cui organizzano la comunicazione. Un primo medium analizzato da McLuhan è stato quello tipografico, tant’è che alla stampa è dedicato l’altro saggio Galassia Gutemberg, nel quale l’autore osserva come la stampa abbia avuto un grande impatto nella storia occidentale, veicolando la Riforma protestante, il Razionalismo e l’Illuminismo e originando il nazionalismo, l’industrialismo, la produzione di massa, l’alfabetismo e l’istruzione universale.

Fra le tesi più illuminanti, quella per cui ogni nuova, esercita su di noi una lusinga molto potente, tramite la quale ci ipnotizza in uno stato di «narcisistico torpore».

Ci sono, poi, alcuni media che secondo McLuhan assolvono soprattutto la funzione di rassicurare e uno di questi è la televisione, che non crea novità, ma è un mezzo che conforta, consola, conferma e “inchioda” gli spettatori in una stasi fisica e mentale.

Nel 1968, McLuhan pubblica Il villaggio globale, un ossimoro per definire come grazie all’evoluzione dei mezzi di comunicazione, all’avvento del satellite, che permette le comunicazioni in tempo reale e a grande distanza, il mondo sia diventato piccolo e abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio.

Tags