LA DATA

19 gennaio 1920

Il 19 gennaio del 1920, il Senato Americano votò contro l’entrata degli Stati Uniti nella Società delle Nazioni, l’organizzazione nata per volontà del loro stesso presidente, Woodrow Wilson.

Dopo due mandati wilsoniani, l’America conobbe un decennio circa di presidenti repubblicani, improntati al cosiddetto isolazionismo, che in realtà includeva trattare l’America Latina come il proprio cortile di casa e magazzino insieme, oltre a tutta la possibilità di poter influenzare le economie di oltreoceano.

Naturalmente, la caduta di quel partito repubblicano, estremamente liberale negli anni Trenta, non fu dovuta alla politica estera, ma agli effetti disastrosi delle politiche economiche interne che condussero alla micidiale crisi del 1929, tanto devastante da avere ripercussioni mondiali; il Partito democratico guidato dall’avventuriero politico Franklin Roosevelt, accusato di filo-comunismo o totalitarismo svariate volte dai conservatori e da vari affaristi, seppe contrastare le cricche finanziarie di Wall Street e proporre un modello sociale diverso, che costituì un’importante tappa evolutiva nella storia della società americana.

Il progetto internazionale voluto da Roosevelt, le Nazioni Unite, ebbero un successo di gran lunga maggiore rispetto alla sfortunata Società di Wilson.