Sono 36 i capitoli del Libro dei Numeri, denominato in ebraico במדבר bamidbàr, “nel deserto”, dall’incipit.
È il quarto della Torah ebraica e della Bibbia cristiana e viene detto “dei Numeri” poiché nel primo e nel ventiseiesimo capitolo viene riportato il censimento del popolo di Dio.
Scritto in ebraico, risale al VI–V secolo a.C. e descrive la storia degli Ebrei durante il loro soggiorno nel deserto del Sinai.
Nella foto a fianco due lamine d’argento con iscrizioni, tratte dal Libro dei Numeri, conservate presso il Museo d’Israele, a Gerusalemme. Sono le più antiche testimonianze scritte contenenti un testo biblico.
Trovate a Keteph Hinnom, necropoli presso Gerusalemme, nel 1980, consistono in due rotoli d’argento sui quali sono incise, con uno stiletto, delle frasi per lo più illeggibili; ma quel che si può leggere è una citazione, pur frammentaria, di Num 6,24-26, la benedizione sacerdotale:
«Ti benedica il Signore e ti protegga / il Signore faccia splendere il suo volto su di te e ti sia favorevole / Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace».
Questi reperti sono del VII–VI sec. a.C.; dopo di essi, i testi biblici più antichi a nostra disposizione sono i manoscritti di Qumran, del II–I sec. a.C.