DAILY LA DATA

4 gennaio 1759
Nasce la compositrice Maria Rosa Coccia

Prima maestra di Cappella della storia, Maria Rosa Coccia non ottenne i riconoscimenti riservati ai Maestri di Cappella di tutti i tempi, a partire dal poter lavorare al servizio di una famiglia nobile

Aveva sedici anni la clavicembalista e compositrice Maria Rosa Coccia, quando sostenne l’esame per diventare Maestro di Cappella all’Accademia di Santa Cecilia. Bambina prodigio, a dieci anni era già una virtuosa del clavicembalo, a tredici compose sei sonate per clavicembalo e l’oratorio Daniello, che eseguì nell’oratorio di San Filippo Neri a Roma, in un contesto tradizionalmente negato alle donne.

Il suo talento e il desiderio di vivere del proprio lavoro furono però fortemente ostacolati, prima di tutto da Francesco Capalti,  Maestro di Cappella della Cattedrale di Narni,  che nel 1780 mise in dubbio l’esito del suo esame all’Accademia di Santa Cecilia contestando la composizione che aveva presentato. In difesa di Maria Rosa Coccia, Michele Mallio pubblicò l’Elogio storico della signora Maria Rosa Coccia romana (Roma, 1780), che conteneva lettere di sostegno di Pietro Metastasio, Carlo Broschi e Giovanni Battista Martini.

Anche Pasquale Antonio Basili nel 1784 pubblicò una lettera aperta in sua difesa contro le critiche di Capalti, ma la carriera di Maria Rosa Coccia si fermò al conseguimento del titolo: non le fu mai permesso di esercitare la sua professione, e per campare fu costretta a impartire solo lezioni di musica. Delle sue opere non si hanno che poche notizie, perché nella maggior parte non furono pubblicate.

Ci sono state altre donne valenti compositrici prima di lei, ma spesso non avevano il problema della propria sussistenza perché erano monache; nessuna di loro, comunque, aveva cercato di farsi largo in un mondo prettamente maschile e molto competitivo come quello dei Maestri di Cappella, che erano vincolati al servizio musicale di un signore per sopravvivere.