LA DATA

4 luglio 1966

Stati Uniti d’America. Il 4 luglio del 1966, il Freedom of Information Act, meglio conosciuto come FOIA diventa legge. È il 36° presidente Lyndon Baines Johnson a promulgare la legge sulla libertà di informazione che dall’anno successivo, quando è entrata in vigore, avrebbe trasformato il Governo federale in una casa di vetro.

Il FOIA, infatti, istituisce il diritto di accesso alle informazioni di qualsiasi Agenzia federale, obbligando ciascuna di esse a comunicare quelle richieste dai cittadini, a meno che non siano contemplate in una delle esenzioni (nove in tutto) che proteggono interessi come la privacy personale e la sicurezza nazionale.

Non solo, ma il FOIA chiede alle Agenzie di pubblicare on-line alcune categorie di notizie, mentre i cittadini da parte loro possono anche ottenere informazioni su documenti di cui solo presumono l’esistenza.

In sostanza mezzo secolo prima che in Italia, gli USA aprirono ai giornalisti, ai ricercatori e agli studiosi l’accesso agli archivi di stato statunitensi, compresi documenti riservati e coperti dal segreto di stato, legati alla storia del Paese e a fatti di attualità. L’obiettivo era allora, come ora, garantire la trasparenza della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini e consentire ai giornalisti l’esercizio del diritto di cronaca. Su quanto poi effettivamente questi diritti siano stati rispettati e lo siano tutt’ora è legittimo sollevare qualche dubbio.

Negli anni successivi, il FOIA ha subìto alcuni importanti emendamenti, il primo dei quali nel 1974, con l’approvazione del Privacy Act, per conciliare il diritto all’informazione e quello di cronaca con la tutela dei dati personali. In tempi più recenti, invece, la legge è stata estesa anche ai documenti elettronici (E-FOIA).

Avere accesso alle informazioni è un diritto universale, fondamento della libertà di espressione, presupposto della piena partecipazione dei cittadini alla vita democratica.

Per questo i FOIA, bisogna parlarne al plurale, rappresentano un corpus di norme consolidate a livello internazionale. La stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riconosce l’accesso alle informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni come un diritto inviolabile dei cittadini.

Il FOIA che oggi è una realtà in circa 100 Paesi in tutto il mondo, in Italia è stato introdotto solo a dicembre del 2016, ampliando l’accesso civico previsto dalla legge sulla trasparenza (la 190/2013).

L’entrata in vigore del Freedom of Information Act all’italiana ha fatto salire rapidamente il nostro Paese nella classifica internazionale sull’accesso alle informazioni. Tuttavia, secondo l’associazione “Diritto di sapere”, siamo ancora ben lontani dal vederne gli effetti, al netto delle pieghe che molti illustri giuristi hanno trovato negli articoli del FOIA italiano a confronto con quella americano o di altri Paesi europei.

Insomma, fatta la legge trovato l’inganno.

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