LA DATA

4 maggio 1990

Città del Capo, Sudafrica. Il 4 maggio del 1990 Nelson Mandela, leader dell’African National Congress (ANC), e il presidente del Sudafrica (e capo del National Party) Frederik Willem de Klerk firmarono il Groote Schuur Minute, aprendo ufficialmente i negoziati per la fine dell’apartheid. Era il primo passo verso lo smantellamento del sistema di segregazione razziale che aveva contrapposto per mezzo secolo la minoranza bianca, i coloni inglesi e gli afrikaner, detentori del potere e della ricchezza, alla stragrande maggioranza della popolazione di colore, comprese le etnie asiatiche che popolavano il Paese.

Il documento, che prende il nome da una tenuta nella parte meridionale di Città del Capo dove si trovava la residenza del presidente, sanciva «l’impegno tra le due parti per la risoluzione del clima di violenza e di intimidazione esistente, nonché l’impegno ad avviare rapidamente un percorso verso la stabilità e la rimozione degli ostacoli pratici alla negoziazione, compresa l’immunità per il ritorno in patria degli esuli dell’ANC e la liberazione dei prigionieri politici».

Negli scarni punti successivi veniva sinteticamente dettagliato il percorso di lavoro e i doveri delle due parti, per favorire la riconciliazione e la fine della segregazione razziale.

Il percorso era stato avviato già un anno prima del “Minute”, quando il presidente de Klerk, spinto dalla sempre più marcata e unanime condanna da parte dell’opinione pubblica internazionale, ma soprattutto dall’adesione degli Stati Uniti all’embargo commerciale, aveva inaugurato una politica di caute riforme verso l’ANC e le opposizioni. Una apertura culminata nella liberazione di Mandela dal carcere di Victor Verster, domenica 11 febbraio 1990 dopo 27 anni di detenzione, avvenuta in diretta sotto lo sguardo commosso del mondo e celebrata in ogni angolo del pianeta.

La fine dell’apartheid fu sancita ufficialmente l’anno successivo, nel 1991, con l’abolizione delle principali leggi segregazioniste e la conseguente revoca delle sanzioni economiche contro il Sudafrica da parte della comunità internazionale. Ma solo nel 1994, con la vittoria schiacciante del partito di Mandela alle elezioni, venne avviato il percorso verso la lunga e difficile normalizzazione della Repubblica Sudafricana, che il premio Nobel per la pace ha guidato fino al 1999.

Non c’era solo da abolire un sistema segregazionista, ma da sradicare dalla mentalità della popolazione sudafricana di ogni razza quasi 50 anni di governo dell’etnia bianca, che aveva isituzionalizzato e normalizzato con un corpus di leggi la teoria della “eerbaare apartheid”, ovvero della “dignitosa segregazione” come era stata definita già negli anni ’30 dal National Party. Mezzo secolo di violenza e repressione dei più elementari diritti civili nei confronti della popolazione di colore.

Nel 1973 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, approvò una convenzione, entrata in vigore tre anni più tardi, che dichiarava l’apartheid crimine internazionale, inserendolo successivamente nella lista dei crimini contro l’umanità.

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