DAILY IL NUMERO

4447
Codice bombe italiane, usate in Yemen

A4447 è il codice inciso sulle bombe della vergogna, gli ordigni da 500 a 2 mila libbre, fabbricati in Italia dalla tedesca Rwm e sganciate dai sauditi sulla popolazione civile in Yemen.

Con la “A” davanti, il numero 4447 diventa il codice inciso sulle bombe sganciate dai sauditi sullo Yemen e fabbricate a Domusnova, in Sardegna, dalla tedesca Rwm, filiale della Rheinmetall, uno dei colossi europei nella produzione di armamenti.

In Italia, la notizia è stata data dalla Rai, che alcuni mesi fa ha trasmesso il documentario Doppia Ipocrisia, di Madi Ferrucci, Flavia Grossi e Roberto Persia (realizzato sotto la supervisione di Paolo Mondani di Report) che si è aggiudicato il premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Gli autori hanno preso spunto da un’inchiesta del “New York Times”, del dicembre 2017, secondo la quale le bombe sganciate dall’Arabia Saudita contro la popolazione civile dello Yemen nel bombardamento dell’ottobre 2016 provengono dalla fabbrica sarda Rwm. A marzo 2019, la notizia è stata ripresa dal sito “Linkiesta“.

«Rwm lavora per conto della casa madre tedesca Rheinmetall – si legge sul sito di Rainews – che attraverso le sue filiali all’estero esporta armi in Arabia Saudita, eludendo la legislazione nazionale. Questa triangolazione vede anche la complicità di aziende anglo-americane: documenti esclusivi dimostrano la loro mediazione negli accordi diretti tra il governo italiano e quello saudita.

Per dimostrarlo gli autori hanno viaggiato tra Sardegna, Toscana e Germania, hanno trovato operatori portuali disposti a parlare e hanno partecipato al consiglio di amministrazione dell’azienda tedesca acquistando un’azione. L’azienda tedesca e la capofila americana del contratto scaricano tutte le colpe  sulla filiale e sul governo italiano. Una posizione ipocrita che però non cancella le responsabilità delle autorità del nostro paese.

L’esportazione di bombe da parte di Rwm viola la legislazione italiana, in particolare la legge 185 del 1990 art.1 comma 6, che vieta il commercio di armi verso paesi in stato di conflitto i cui governi sono responsabili di violazioni dei diritti umani. Nel caso dell’Arabia Saudita queste violazioni sono state accertate dall’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani in un Report del 2016 e più volte il Parlamento europeo ha votato l’interruzione dell’esportazione di armi verso questo paese. Ciononostante l’Italia continua a concedere autorizzazioni, l’ultima commessa risale al 2018».

Siamo complici, «consapevoli e informati delle stragi dei civili compiute da Riad con l’assenso della comunità internazionale. Anzi ci guadagniamo pure», aggiunge “Linkiesta”.

Nei giorni scorsi, un cargo saudita ha imbarcato 40 container nel porto di Cagliari. Ne ha dato notizia Michele Sasso su “La Stampa” del 31 maggio.