IL NUMERO

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Il 14 % degli anziani in Italia non ha abbastanza soldi per riscaldare la propria casa. Il 33 % è attualmente a rischio che la pensione, a breve, non basti più per pagare luce, acqua e gas. Questo vuol dire che almeno il 47% dei pensionati è un cosiddetto “povero energetico” o a rischio di diventare tale, secondo un’indagine il sindacato Spi-Cgil, condotta insieme alla Fondazione Giuseppe di Vittorio, intervistando circa mille persone in tutta Italia.  Le conseguenze sono facilmente immaginabili, quanto a incidenza sullo stato di salute e sulla mortalità.

Per lo più si tratta di persone sole, che vivono in piccoli appartamenti in condominio, in maggioranza donne, con un lavoro in passato di artigiani, operai, casalinghe. Se poi l’appartamento è in affitto, la situazione è ancora peggiore. Ecco allora che, secondo l’indagine, circa il 74% degli anziani più poveri accende il riscaldamento solo se è strettamente necessario, riducendo a 250 euro annue la spesa per il riscaldamento, la metà esatta dei loro coetanei “più fortunati”. La percentuale più alta si registra in Calabria, con quasi il 50% di anziani poveri energetici, la più bassa in Toscana (meno del 7%).

E il bonus energia del 2008? «Solo il 30% delle famiglie che avevano diritto – si legge sul rapporto Spi-Cgil – ne hanno effettivamente fatto uso. Una percentuale che dimostra come la misura, seppur importante, non ha sortito gli effetti sperati e non ha coinvolto tutte le persone che ne avevano bisogno. Dall’indagine è emerso che molti degli aventi diritto non ne hanno effettivamente fatto richiesta e che una parte rilevante delle famiglie che sono in condizione di povertà energetica ne resterebbe comunque fuori, data l’architettura complessa della misura e il complicato iter amministrativo per attivarla».