IL NUMERO

49

49 anni dopo lo scatto dell’attraversamento pedonale più famoso del mondo, Paul McCartney è tornato in Abbey Road, a Londra. E proprio lì, ma questa volta con le scarpe, è passato da un marciapiede all’altro sulle strisce più celebri del pianeta. Quelle in cui, l’8 agosto 1969, venne immortalato dal fotografo Iain Macmillan, insieme ai fantastici quattro di Liverpool, per la copertina dell’album Abbey Road, appunto.

Il vecchio Paul è un volpone e di sicuro lo sono i suoi discografici e agenti, perché la passeggiata è avvenuta proprio dopo un evento promozionale per l’uscita del suo nuovo disco, Egypt Station, in programma il 7 settembre.

“Ricreare” la copertina è stato un colpo di genio, ma a noi appassionati di musica e innamorati di quegli anni piace pensare che non ci sia niente di commerciale, che sia stato un momento di nostalgia. Per noi un sogno che si ripete e che avremmo voluto si ripetesse con Jonh Lennon, George Harrison e Ringo Starr, uno dopo l’altro come allora, solo un po’ invecchiati.

Le reunion vanno tanto di moda e chissà come sarebbe stato rimettere insieme i Beatles, quegli “scarafaggi” che hanno cambiato la storia della musica, se l’8 dicembre 1980 un folle non avesse sparato a Lennon e, 21 anni dopo, un male incurabile non si fosse portato via Harrison. O forse no. Magari le ruggini che li avevano divisi non si sarebbero mai dissolte.

Così guardare il video che Paul ha postato su Instagram, mentre da solo (e all’inizio quasi inosservato), attraversa quel tratto di strada ancora oggi meta di pellegrinaggi di milioni di fan, con la giacca sulla spalla e l’aria scanzonata, fa piacere e fa male. Lui, allora l’unico scalzo dei quattro, tanto per alimentare un enigma e la fantasiosa ipotesi che fosse morto tre anni prima in un incidente stradale e che fosse stato sostituito da un sosia.

Una botta di nostalgia: McCartney torna nel posto dove tutto è cominciato 49 anni fa, cammina sulle strisce e accenna una giravolta. Come il ragazzo del 1969.