LA DATA

5 gennaio 1932

Il 5 gennaio del 1932 nasce Umberto Eco. Dopo la maturità classica nella città natale, Alessandria, nel 1954 si laurea in filosofia con una tesi sul problema estetico nell’opera di San Tommaso d’Aquino ed inizia a occuparsi di filosofia e cultura medievale. Nello stesso anno, supera brillantemente un concorso e viene assunto in RAI, insieme ad altri giovani intellettuali per trovare nuove idee per il palinsesto televisivo. Alla fine degli anni Cinquanta lascerà l’impiego per dedicarsi allo studio e alla scrittura; collabora con diverse riviste letterarie, tra cui “Il Verri”, attorno alla quale si raduna il nucleo originario del “Gruppo 63”, cui poi Eco parteciperà attivamente. Nel 1959 Eco diventa condirettore editoriale di Bompiani, casa editrice milanese, fondata alla fine degli anni Venti e con cui Eco inaugura un lungo sodalizio culturale ed intellettuale.

Nel 1962 pubblica il saggio Opera aperta, sulla natura delle opere d’arte contemporanee, “aperte” e non concluse e sui criteri della loro interpretazione e fruizione. Il saggio ebbe grande rilevanza sia in Italia, che all’estero, e pose le basi alla formazione del “Gruppo 63”, movimento teorico e letterario d’avanguardia, ispirato dalle idee marxiste e dello strutturalismo francese. Negli anni Sessanta inizia la sua lunga carriera universitaria e prosegue gli studi di cultura medievale, a cui si aggiunge l’interesse verso la semiotica e la sociologia.

I suoi studi e le sue innovative riflessioni confluiscono nei saggi Diario minimo, del 1963, che raccoglie saggi brevi e dall’accento ironico sulla cultura di massa e in Apocalittici e integrati, dell’anno seguente, dedicato alla ormai dilagante cultura di massa.

Professore di Semiotica presso l’Università di Bologna dal 1971, Umberto Eco fu uno studioso serio e rigoroso, però non si chiuse mai tra le quattro mura dell’accademismo, prestando una costante attenzione alla modernità e ai suoi miti nascenti, come Mike Bongiorno e James Bond, passando dallo studio della funzione del lettore nei testi d’invenzione, ai fondamenti della narratività e della traducibilità dei testi, occupandosi anche di attualità sulle pagine di diversi quotidiani e con le celebri “Bustine di Minerva” su “L’Espresso”.

Lettore compulsivo e amante dei romanzi di avventura e d’appendice, inizia una fortunata carriera di narratore nel 1980, con il meraviglioso Il nome della rosa. Pubblica il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault nell’88; successivi sono L’isola del giorno prima (1994), Baudolino pubblicato nel 2000, La misteriosa fiamma della regina Loana del 2004 e Il cimitero di Praga del 2010.

Il nome della rosa è il suo best-seller e lo fa conoscere al grande pubblico. Attraverso un romanzo colto e denso di citazioni e richiami ai testi sacri, alla storia medievale, alla dottrina della chiesa, alla tarda latinità, alla letteratura e alla filosofia,  il professor Eco diviene un autore di massa, grazie alla sua capacità di coniugare i suoi interessi di medievalista e semiologo con un’avvincente trama giallo/noir, in modo da dar vita ad un’opera “aperta”, da egli stesso teorizzata, dai molteplici livelli di fruizione e comprensione.