IL NUMERO

5 milioni

È il numero per difetto fornito dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, delle persone che in Italia – il che non vuol dire letteralmente solo italiani – vivono in “povertà assoluta”, al quale si aggiungono altri 9 milioni 368 mila individui residenti in Italia che vivono in condizioni di “povertà relativa”.

«L’incidenza della povertà assoluta – spiega il glossario fornito dall’Istat – è calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per ampiezza demografica del comune di residenza)».

In altre parole si tratta delle persone che, con quello di cui dispongono, non sono in grado ogni mese di comprarsi da mangiare, non hanno di che pagare dove vivere, non possono provvedere al proprio vestiario e alla propria salute.

La stima dell’incidenza della povertà relativa (percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata – spiega ancora l’Istat – «sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è posta pari alla spesa media mensile per persona nel Paese; questa è risultata nel 2015 pari a 1.050,95 euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza maggiore il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti».

Il report reso noto in questi giorni evidenzia che la povertà assoluta nel 2017 ha riguardato 1 milione e 778 mila famiglie residenti (6,9% delle famiglie) in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui (8,4%), in crescita rispetto al 2016 quando l’incidenza di povertà assoluta era pari al 6,3% per le famiglie e al 7,9% per gli individui. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005.

In crescita anche la povertà relativa passata dal 10,6% per le famiglie nel 2016 al 12,3% nell’anno successivo e, per gli individui, dal 14,0% al 15,6%. Questa nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti e 9 milioni 368 mila individui.