IL NUMERO

50.000.000

Sono stati i visitatori dei musei statali italiani nel 2017: 50.103.996 persone per l’esattezza che, secondo i dati diffusi dal Mibact, il Ministero per le attività culturali, hanno visitato musei, siti archeologici e altri luoghi della cultura nell’anno appena trascorso.

«La bellezza salverà il mondo», ha detto Dostoevskij nell’Idiota; se salverà il mondo non siamo in grado di dirlo ma, forse, potrà salvare l’economia italiana.

Sì, perché stando ai numeri raccolti dall’Ufficio statistica del Mibact, i 50 milioni di visitatori del 2017 hanno portato un incasso di oltre 193 milioni di euro. Una cifra che supera di oltre 20 milioni di euro quella raggiunta nel 2016 e di circa 40 milioni quella dell’anno precedente.

Un aumento importante è anche quello dei visitatori dei luoghi dell’arte che negli ultimi quattro anni sono incrementati di 10 milioni di unità (per consultare i dati visita questa pagina).

La regione italiana che la fa da padrona è il Lazio, con 23 milioni di turisti, seguita dalla Campania, con oltre 8 milioni, e dalla Toscana, con più 7 milioni di presenze. 

I luoghi più visitati sono stati il Colosseo (più di 7 milioni di persone), il sito archeologico di Pompei (con oltre 3 milioni), protagonista di una recente operazione di rilancio, e gli Uffizi, con oltre 2 milioni di visitatori e un incremento, rispetto all’anno precedente, del + 10,40%.

Hanno conosciuto un aumento delle presenze, di oltre il 20 per cento rispetto al 2016, Palazzo Pitti a Firenze e la Reggia di Caserta, mentre scendono di undici punti percentuali le visite al Palazzo Ducale di Mantova.

Dati che comunque premiano l’Italia, che «… viaggia in controtendenza rispetto al resto d’Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale», ha affermato il ministro Dario Franceschini.

Il patrimonio archeologico italiano è stato quello preferito: circa un terzo dei visitatori si è concentrato tra  Pompei, Paestum, il  Colosseo, i Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica. Bene anche i dati dei grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria.

I circa 200 milioni di euro incassati vengono reinvestiti nei musei e per i siti di interesse archeologico e culturale attraverso «…un sistema – ha spiegato il ministro Franceschini – che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di perequazione nazionale».

Ottimi risultati anche per i luoghi della cultura ad ingresso gratuito. Al primo posto si trova il Pantheon, scelto da oltre 8 milioni di persone, seguito dal Parco di Capodimonte, con più di un milione di presenze, e il Parco del Castello di Miramare a Trieste, con 830 mila visitatori.

Cifre importanti che ci ricordano come il “Bel Paese”, spesso trascurato, bistrattato e offeso da politiche scriteriate e noncuranza di molti cittadini, possa – o forse debba – fare del proprio patrimonio culturale e artistico una delle leve del rilancio dell’economia e del turismo.