LA DATA

6 luglio 1957

Il giorno che ha cambiato la storia della musica. Il 6 luglio 1957, a Woolton, un sobborgo di Liverpool un gruppo di giovanissimi musicisti viene chiamato ad esibirsi insieme ad altre band del posto, per una raccolta di fondi organizzata dalla parrocchia di San Peter.

Loro sono The Quarrymen, suonano brani skiffle, leggermente fuori contesto, ma sono bravi e sanno farsi apprezzare dal pubblico. Sul palco il giovane cantante e chitarrista, John Lennon, emozionato e un po’ sbronzo comincia a cantare Be-Bop-A–Lula di Gene Vincent, sbagliando accordi e parole. Ma la sua esibizione convince, in particolare un ragazzino di 15 anni, Paul McCartney, invitato ad ascoltare i Quarrymen dall’amico di John, Ivan Vaughan, il bassista del gruppo.

Fu lo stesso Vaughan a fare le presentazioni. Paul, già un ottimo chitarrista malgrado la giovanissima età, fece vedere a John come accordare una chitarra e si mise a cantare Twenty Flight Rock di Eddie Cochran. Furono 20 minuti di musica e conversazione e, secondo gli storici dei Beatles, fu amore a prima vista, tanto che John, pochi giorni dopo l’incontro chiese a Paul di entrare nei Quarrymen. McCartney accettò solo una settimana dopo, senza avere il minimo sentore che quel preciso istante avrebbe cambiato la sua vita e la storia della musica.

Così, il 6 luglio di 60 anni fa è iniziato un sodalizio musicale durato oltre 10 anni, ma soprattutto una grande amicizia, segnata da tensioni e momenti di rottura, ma sempre rinsaldata, tragicamente interrotta l’8 dicembre del 1980 a Manhattan da un folle alla ricerca di fama.

Era nato il binomio musicale più influente della musica britannica e mondiale, che avrebbe portato Lennon e McCartney a scalare le classifiche inglesi e mondiali nei cinque anni successivi, ad appassionare folle immense di ammiratrici e ammiratori, a totalizzare oltre un miliardo di dischi venduti, come Beatles e da solisti.

Alcuni mesi dopo l’ingresso nel gruppo, fu lo stesso Paul a contattare il compagno di scuola George Harrison per un’audizione. Lennon lo ascoltò cimentarsi in un pezzo strumentale su un autobus, rimase affascinato dal suo stile e lo ammise nei Quarrymen.

Solo nel 1960 il nome sarebbe diventato The Beatles, inventato quasi per caso insieme al bassista del gruppo Stuart Sutcliffe. Con l’ingresso di Ringo Starr, nel 1962, si completa la band che, a distanza di quasi mezzo secolo dallo scioglimento ufficiale e dopo la morte di due dei quattro componenti, continua a contare un enorme seguito, moltissimi fan club ancora attivi, in ogni parte del mondo.

Ritenuti un fenomeno di massa di proporzioni planetarie, considerati la band più famosa di tutti i tempi, rivoluzionari e loro modo pur contrapponendosi nello stile e nel look ai più indiavolati Rollig Stones, hanno chiuso con al loro attivo 186 canzoni e una stima di 600 milioni di dischi venduti tra singoli e LP.

Oggi, 6 luglio 2017, esattamente 60 anni dopo quella stretta di mano, è legittima la domanda: perché proprio quei due ragazzi, perché proprio Liverpool, perché una festa parrocchiale tra torte della nonna, signore di mezza età e giovani adolescenti che cominciavano allora, sulle note del rock ‘n roll, a sentire la prima aria di cambiamento?.

La risposta è scritta nella storia della musica: la specularità di Lennon e McCartney, diversi in tutto. Ribelle e sarcastico il primo, rassicurante e “morbido” il secondo, il mix esplosivo di creatività, collaborazione e competizione, come avrebbero dimostrato gli anni successivi. In comune la voglia di allargare i propri orizzonti, la capacità di cogliere le tendenze del momento, la forza del loro talento, che li portò dallo scrivere note e testi su un block notes negli scantinati della zia di Lennon, all’ufficio di sir George Martin, agli Abbey Road Studios di Londra. Fino a scrivere pagine intramontabili della storia della musica contemporanea.