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Gli anni della gonna

Nata e sopravvissuta per moltissimo tempo come indumento unisex, la gonna è uno dei capi d'abbigliamento che meglio raccontano la storia delle donne e il loro percorso di emancipazione

La gonna è donna. È il capo di abbigliamento più amato dalle donne, per definizione simbolo della femminilità, che affonda le sue radici in epoche lontanissime. La gonna da sempre ha accompagnato l’eleganza delle donne di tutto il mondo coinvolgendo gruppi di generazioni di popolazioni. Prima che il fatidico pantalone prendesse piede nel mondo della moda femminile, la gonna era l’unico indumento permesso da indossare nell’alta società e non solo.

Partendo dagli antichi greci, il vestito stile impero era caratterizzato da una gonna lunga fino ai piedi, cinta alla vita da nastri color oro. Il look delle greche del tempo era completato da corone di alloro dorate tra i capelli o fiori che abbellivano le acconciature. L’emulazione da parte degli antichi romani, li portò a seguire i greci anche nella moda tra le donne, infatti la donna romana indossava gonne molto simili a quelle greche pur reinventate con un’ottica diversa.

In antichi reperti ritrovati risalenti alle civiltà mesopotamiche del 5.000 a.C. si legge come la gonna sia stata simbolo di potere dagli Egizi fino al Novecento.

In diversi film ambientati nell’Antico Egitto abbiamo visto che i protagonisti indossano, senza distinzione di sesso, una gonna. Sono indumenti in lino, visto il clima caldo e secco, e di lunghezze diverse a seconda del rango sociale: la gonna diviene simbolo di status. La gonna degli egizi comuni è corta e aderente, mentre quella dei nobili e dei faraoni, lunga fino alle caviglie, ampia e riccamente decorata. A Creta si indossa il peplo, una veste lunga scelta sia da donne che da uomini, e ben presto anche dai romani.

È solo dal 1500 che si comincia a fare una netta distinzione tra abbigliamento femminile e maschile. Le gonne continuano la loro evoluzione e ogni popolo le adatta al proprio stile. Spagnoli, francesi, italiani, inglesi: ogni cultura rivede la gonna in base al proprio gusto, ne cambia la forma, i decori e dà vita al proprio stile.

La gonna continua a essere un simbolo di potere e anche nel 1600 la sua lunghezza indica la ricchezza di chi la indossa. Mentre, infatti, le donne povere indossano gonne semplici, lunghe fino al polpaccio, le nobildonne sfoggiano quelle più voluminose, a campana, cupola, cono o tamburo, ovviamente nei tessuti più pregiati e con i decori più belli.

Ma è agli albori del 1700 che nasce quella che oggi definiamo gonna. Arriviamo sempre più leggeri alla Rivoluzione Francese: l’abito lungo infatti si alleggerisce e guadagna il sostegno di una struttura a cerchio fatta di vimini, posizionata sotto la gonna per dare l’effetto del volume; un volume che però, progressivamente, si sposterà dai fianchi alla parte posteriore.

Nel 1800, in piena Epoca Vittoriana, un altro cambiamento importante nella storia della gonna: i volumi aumentano in modo esponenziale, fino alla forma detta a mongolfiera, e compare la crinolina, una struttura rigida in metallo a gabbia, che diventa presto un elemento imprescindibile per tutte le donne, non solo nobili.

Nel 1900 la crinolina si prepara a diventare un cimelio storico. L’inizio del XX secolo è segnato dai movimenti femministi di emancipazione e le donne cominciano a preferire vestiti più semplici, con forme e lunghezze diverse. È in questo momento che nasce il tailleur, più  attuale che mai e ancor oggi in uso perché pratico ma allo stesso tempo perfetto per una situazione formale.

A un cambio epocale che segnerà non solo la storia di un indumento ma quella di tutte le donne, contribuisce Coco Chanel, la celebre stilista francese, capace con la sua opera di rivoluzionare il concetto di femminilità e di imporsi come figura fondamentale del fashion design e della cultura popolare che negli anni Venti comincia a rivendicare il bisogno delle donne di avere un abbigliamento comodo per lavorare. Chanel proponeva quindi un coordinato in jersey, composto da gonna plissettata e cardigan. Le gonne, dunque, si accorciano fino al ginocchio.

In un periodo storico come la seconda guerra mondiale nasce la gonna-pantalone, poiché le donne hanno bisogno di maggior dinamismo nei movimenti  e per guadagnarlo si sfrutta  la versatilità del pantalone.  Bisognerà aspettare tempi più sereni per vedere di nuovo gli stilisti lavorare sulle gonne e infatti nel 1947 Dior sorprende tutti e lancia il suo “New Look” ispirato alla moda del 1915. Le gonne sono di nuovo ampie e abbondanti, simili alla corolla di un fiore, la vita sottilissima proprio per sottolineare i nuovi volumi. La lunghezza della gonna aumenta, fino al polpaccio e oltre.

Con l’avvento del Novecento, nuovi orizzonti erano alle porte ed insieme a questi la gonna ricevette la sua vera e propria rivoluzione. Gli anni Trenta furono gli anni della gonna sotto il ginocchio stretta e a vita alta ma il taglio divenne sempre più corto e le balze sempre più accentuate. La gonna a ruota era ormai un must per la donna del dopoguerra, che vedeva nella splendida Marilyn Monroe una diva da imitare.

Nel 1954, è  ancora Chanel in scena , proponendo l’iconico “tailleur Chanel”, un completo composto da giacca e gonna nello stesso colore, estremamente pratico e versatile. Arriviamo così ad un altro momento storico in cui il cambiamento della gonna rifletterà il cambiamento della donna: negli anni Sessanta le donne lottano per ottenere più diritti e Mary Quant nel 1963 crea la minigonna. La stilista già a partire dalla fine degli anni Cinquanta aveva iniziato a proporre abiti con orli sempre più corti.

Parallelamente si afferma anche il movimento hippy, con un altro tipo di contestazione: recuperare il rapporto con la natura e rifiutare indumenti dai tagli geometrici. Quindi, mentre da una parte spopolano le minigonne, dall’altra si diffondono le gonne lunghe dalla linea morbida.

Nell’evoluzione della gonna possiamo vedere anche i cambiamenti della nostra società, come un marchio impresso sul tessuto e una forbice che, decennio dopo decennio, taglia via pezzi ormai superflui. Oggi, con uno stile vintage secondo cui qualsiasi tipo di gonna è ormai di tendenza e unica per ogni singola occasione,  la gonna ha perso la sua valenza simbolica, ma continuerà nel tempo ad evolversi e modificare i punti di vista da cui generare moda. La storia della gonna ci aiuta a leggere tra le righe quello che è stato il percorso di emancipazione delle donne, ma anche come sono cambiati i valori e il gusto nel corso della storia.

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