IL NUMERO

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Circa 7 minuti è il  tempo in cui gli scienziati dello staff  del NASA’s Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, e tutti gli appassionati di astronomia del mondo sono rimasti con il fiato sospeso a guardare il lander InSight atterrare su Marte, lo scorso 27 novembre. Obiettivo della missione, sondare meglio la struttura del sottosuolo del Pianeta Rosso e la sua temperatura, per svelare i misteri che ancora restano da scoprire sul corpo celeste che più di ogni altro ha stimolato la fantasia dell’uomo.

InSight è il quindicesimo “veicolo”  a raggiungere il suolo marziano dal 1971, quando toccò al sovietico Mars 2, distrutto durante la discesa, e ha percorso 460 milioni di chilometri nello spazio dal giorno del suo lancio, il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California.

Il lander dovrà svolgere una lunga attività di esplorazione del sottosuolo di Marte, grazie a una sonda che ne misurerà la temperatura fino alla profondità di 5 metri e potrà rivelare in questo modo se all’interno del pianeta esista una forma di calore. L’energia necessaria alla missione arriverà dai pannelli solari montati su Insight, che ha portato su Marte anche un po’ di Italia grazie alla partecipazione alla missione dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Istituto di Astrofisica e del laboratorio Leonardo di Campi Bisenzio, che ha realizzato la bussola spaziale.