LA DATA

7 novembre 1944

Il 7 novembre 1944, a Bologna, venne combattuta la battaglia di Porta Lame, che vide impegnati da una parte contingenti provenienti dai distaccamenti della 7ª GAP (GAP sta per Gruppi di Azione Patriottica) e dall’altra forze della Repubblica Sociale Italiana e tedesche. Nonostante la superiorità di queste ultime, i partigiani riuscirono a sfuggire a quell’accerchiamento, provocando numerose perdite al nemico. Il contesto storico, era quello dell’avanzata delle forze alleate sulla linea Gotica nell’Appennino tosco-emiliano.

Le forze della Resistenza presenti nei centri urbani, incoraggiate dai successi dell’esercito angloamericano, si preparavano infatti ad azioni di insurrezione armata in appoggio dell’imminente sfondamento del fronte. I partigiani avevano due basi: la principale (230 unità) era guidata da Giovanni Martini “Paolo” con Ferruccio Magnani “Giacomo” commissario politico, nei sotterranei dell’ospedale Maggiore distrutto dai bombardamenti alleati e una seconda (guidata da Bruno Gualandi “Aldo” con Lino Michelini “William” commissario politico) in uno stabile presso il vicolo del Macello in prossimità dell’area dell’ex porto fluviale. Alle sei del mattino i tedeschi scoprirono la seconda (quella del Macello) ed ebbe inizio la battaglia.

Dopo più di 10 ore di combattimenti le truppe tedesche occuparono i locali delle basi gappiste (già evacuate) ed ebbe inizio la seconda fase della battaglia, con le formazioni gappiste dell’ospedale Maggiore che circondarono il grosso delle forze nemiche concentrate attorno al cassero di Porta Lame. La rapidità dell’attacco non consentì alcuna reazione ordinata da parte dei tedeschi. Al termine il bilancio dei caduti sarebbe stato di 11 morti tra le file repubblicane, 2 tedeschi, 13 appartenenti alle formazioni partigiane, 1 civile.

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