Fin dalla gestazione, in rue du Théâtre, 15° arrondissement di Parigi, la Citroën 2CV si preannunciava rivoluzionaria.
Nel 1936, Pierre Boulanger, l’allora direttore di Citroën, ne aveva fissato le caratteristiche tecniche e nel 1937 prendeva vita un primo prototipo. L’idea gli era venuta osservando i contadini che portavano le merci al mercato, pensò di creare un’auto robusta, semplice da guidare e dai consumi ridotti. La presentazione della Petite Citroën al Salone di Parigi nell’ottobre 1939 venne però annullata a causa della scoppio della seconda guerra mondiale. Boulanger dà ordine di distruggere i 250 prototipi per non farli finire in mano tedesca, allo stesso tempo nasconde operai ricercati dalla Gestapo e, deciso a non collaborare in alcun modo con gli occupanti, batte tutti i records negativi di produzione finendo nella lista dei 67 personaggi più pericolosi per il Reich.
Nel 1944, con Parigi appena liberata, Boulanger vuole riprendere subito la sperimentazione per realizzare la 2CV e per fare spazio non esita a far abbattere il museo Citroën dell’epoca.
A metà settembre del 1948, la “Toute petite Citroën”, il cui nome sarà subito cambiato in quello a tutti noto “Due Cavalli”, viene presentata agli addetti alle vendite, cade il silenzio fino a che qualcuno si azzarda a commentarne l’aspetto: «É proprio brutta!». Ma Boulanger non si scompone, l’aspetto non lo preoccupa.
Il 7 ottobre 1948 la “2CV” appare allo stand Citroën del Salone dell’auto di Parigi e da allora in poi, fino al 27 luglio 1990, giorno in cui l’ultima vettura esce dalla fabbrica, resterà sostanzialmente la stessa. In 42 anni di produzione ne sono stati venduti 5 milioni di esemplari.
Negli anni, la 2 CV ha sempre mostrato la sua tendenza all’originalità: durante le proteste del Sessantotto diverrà il simbolo degli studenti di sinistra. È stata l’auto che ha realizzato il maggior numero di giri del mondo, nel 1970 decine di giovani a bordo delle loro 2CV parteciperanno alla “Parigi–Kaboul”, 16.500 Km in un mese, organizzata dalla Citroën; stesso successo di partecipazione riscuoteranno la “Parigi-Persepoli-Parigi” e il “Raid Afrique”.
Infine la Due cavalli è stata anche coprotagonista in un film italiano del 2001, Alla rivoluzione sulla due cavalli, diretto da Maurizio Sciarra, con Adriano Giannini e Gwenaëlle Simon. L’on-the-road da Parigi a Lisbona di un gruppo di giovani all’indomani della Rivoluzione dei garofani in Portogallo. Ancora una piccola nota: nel film fece la sua ultima apparizione il grande attore spagnolo Francisco Rabal, uno degli interpreti prediletti del rivoluzionario regista Luis Buñuel.