DAILY LA DATA

7 settembre 1949
Nasce la cantante Gloria Gaynor

Sopravvivere al proprio tempo e attraversarlo con un messaggio universale: buon compleanno, Gloria Gaynor

Nata sotto il segno della Vergine settant’anni fa a Newark, in New Jersey, Gloria Gaynor ha dominato la scena disco degli anni Settanta infilando 8 hit una appresso all’altra, entrate nella classifica Hot 100 di Billboard. Cresciuta con cinque fratelli maschi in una casa piena di musica, dove tutti cantavano, Gloria ha avuto un’infanzia felice e ha cominciato ad esibirsi in pubblico a 13 anni, vincendo per sempre la paura del palcoscenico grazie alla sua prima esibizione, in uno spettacolo natalizio nel quale riuscirà a cantare solo al terzo tentativo, ma che gli fruttò la sua prima standing ovation. Lo racconta in un’intervista del 6 luglio di quest’anno su The Guardian, in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, Joy Comes In The Morning, assieme a molte altre cose della sua vita.

Nel 1978 uscì l’album Love Tracks, con il singolo che l’avrebbe resa celebre in tutto il mondo: I Will Survive. Tra parentesi, un lato b: la canzone sulla quale puntavano i discografici era un’altra.

Invece ecco un successo planetario, che piace a tutte le età e che trasmette una potente energia di riscatto, che invita a rialzare la testa comunque, di fronte a ogni avversità. Vi pare poco per una hit della Disco?

Cercando notizie in italiano, capita di incontrare qualche giudizio un po’ sciatto, con quella punta di veleno squisitamente dispensato alle donne: «E’ inutile negare che il nome della Gaynor rimane indissolubilmente legato a quel brano, tanto è vero che in seguito la cantante faticherà a replicarne il successo (malgrado le ottime vendite di “I am what I am”, una hit nell’Inghilterra del 1983). Una delle cause della sua parziale uscita dalle scene è stata l’incapacità di evolversi. Paradossalmente i critici le rimproverano a lei che ha quasi inventato un genere, proprio di essersi eccessivamente chiusa alle nuove tendenze, cosa che a nuociuto al rinnovamento della sua immagine e del suo stile musicale troppo legato, alle orecchie dei più, al pur “nobile” sound degli anni ’70 e ’80».

Fortunatamente non tutte le risorse on line trasudano approssimazione come questa di biografieonline.it, o come quella dell’anonimo redattore di Wikipedia, che scrive «Il declino della disco segnò la carriera della Gaynor che sparì poco a poco, se si esclude il picco del 1983 con I Am What I Am» e poi riassume così I will survive: «La canzone parla di una donna, lasciata di recente, che dichiara al suo ex di non averne più bisogno e che se la caverà benissimo da sola». Con l’aiuto di un traduttore on line avrebbe potuto fare di meglio utilizzando la corrispondente voce in inglese, non tralasciando di leggersi il testo della canzone, dove tra parentesi la parola “donna” non compare mai.

Poco dopo la sua uscita, I Will Survive è diventato doppio disco di platino, e oltre tre decenni dopo colpisce ancora equamente uomini e donne in tutto il mondo; solo il video originale ha 61.850.100 visualizzazioni. Ne ha fatto una versione spagnola, con un testo diverso ma altrettanto significativo, un’altra grande cantante: la mitica Celia Cruz.

Nel corso degli anni Gloria Gaynor ha ricevuto migliaia di messaggi personali da persone le cui vite erano state trasformate da questa canzone senza tempo. Le loro storie straordinarie, raccolte nel libro del 2013 We Will Survive: True Stories of Encouragement, Inspiration, and the Power of Song, rivelano che I Will Survive ha raggiunto persone di ogni estrazione sociale e ha toccato la loro vita in migliaia di modi unici. Dalle persone che trionfano sulla malattia a quelle che soffrono per la perdita di una persona cara, ad altri che rimettono insieme le loro vite dopo esser stati testimoni di una tragedia nazionale, I Will Survive è diventata un inno emotivo per loro e per milioni di persone in tutto il mondo.

Il genio è anche trasformare una sola canzone in una fonte di ispirazione per così tanta e diversa umanità, e trarne infine gratitudine, nutrimento, orgoglio, meraviglia.