DAILY LA DATA

8 luglio 1904
Legge Orlando contro l’analfabetismo

L'8 luglio 1904, venne emanata la Legge Orlando, che istituiva l'obbligatorietà dell'istruzione elementare, elevando l'obbligo fino al dodicesimo anno di età

La legge 407 “Orlando” dell’8 luglio 1904, dal nome del ministro Vittorio Emanuele Orlando che la emanò, ribadiva l’obbligatorietà dell’istruzione elementare, portando l’obbligo scolastico al dodicesimo anno di età ed estendendolo anche per le classi del corso elementare superiore (quarta e quinta). Nei Comuni dove esisteva il corso elementare superiore si faceva obbligo dell’istruzione non solo ai genitori ma anche ai datori di lavoro nei confronti dei lavoratori, estendendolo anche gli adulti analfabeti che alla leva militare fossero stati assegnati alla terza categoria o dichiarati rivedibili o riformati.

La legge, inoltre, istituiva la sesta elementare, che con la quinta costituiva il corso popolare. Alla scuola secondaria si passava dalla quarta classe, superato l’esame di maturità. Se da un lato la legge Orlando limitava il corso elementare alle prime quattro classi, dall’altro istituiva obbligatoriamente in tutti i Comuni con più di 4000 abitanti di popolazione, il corso popolare, una scuola di avviamento professionale, a conclusione del quale si conseguiva la licenza elementare. La legge Orlando si basava su quattro punti: l’obbligo scolastico veniva esteso dal 9° al 12° anno d’età; il corso elementare diventava comune a tutti i ragazzi fino alla quarta classe; i Comuni erano autorizzati a deliberare le spese per l’assistenza scolastica; si istituivano 3000 scuole serali e festive nei comuni dove la percentuale degli analfabeti era più alta. Il nucleo della riforma era considerato la creazione del corso popolare che si restrinse nei primi anni soltanto ai capoluoghi di provincia. Per evitare che i ragazzi dovessero abbandonare le loro occupazioni per tutta la giornata, si ridusse a tre ore ed il programma si risolse in un ampliamento di quello elementare.

l’Italia ha lavorato duramente, nel Novecento, per abbattere la percentuale delle persone incapaci di leggere e scrivere. Nel 1861, era un Paese in cui la grandissima maggioranza degli uomini, e ancor più delle donne, non era in grado di scrivere nemmeno il proprio nome e cognome. Tanto da non poter firmare il proprio certificato di matrimonio.

Oggi, si può affermare che tutti sanno leggere e scrivere, alfabetizzati secondo la definizione classica. Per contro, ci sono problemi ben più gravi. Nel 2017 il 14% dei giovani tra i 18-24 anni è uscito dal sistema d’istruzione e formazione, peggio di noi tra i Paesi Ue, Malta (17,7%), Romania (18,1%) e Spagna (18,3%). A questo, va aggiunto l’analfabetismo funzionale. l’Italia occupa la quarta posizione a livello mondiale per numero di analfabeti funzionali, cioè quelle persone che sanno leggere e scrivere ma che non riescono a sviluppare un pensiero critico e hanno difficoltà a comprendere testi semplici.