LA DATA

8 marzo 415

  1. L’8 marzo 415 è la data nella quale Ipazia di Alessandria fu fatta a pezzi da un’orda di fanatici cristiani, istigati dal vescovo Cirillo. Matematica, filosofa, astronoma, Ipazia era stimata e benvoluta da tutta la città per la sua sapienza e per la sua saggezza; Cirillo, vescovo di Alessandria per ben 32 anni, aveva organizzato intorno a sé guardie armate pronte a tutto al suo comando, con il preciso scopo di esercitare un potere politico, pestando i piedi continuamente al prefetto romano Oreste. Fautore di una profonda intolleranza verso le altre religioni, Cirillo fece scacciare gli ebrei da Alessandria requisendone e beni e trasformando le sinagoghe in chiese; perseguitò i pagani osteggiando apertamente la cultura e la filosofia neoplatonica, della quale Ipazia era una rappresentante insigne. Come è noto il cristianesimo, che cessò d’essere perseguitato con l’editto di Costantino nel 313, diventando religione di stato con l’editto di Teodosio nel 380, iniziò a sua volta a perseguitare nel 392, quando furono distrutti i templi greci e bruciati i libri pagani. La storia, quasi un noir piuttosto splatter, è decisamente avvincente: Ipazia è una donna bella e casta, con un grande ascendente su chi la incontra; è in ottimi rapporti con Oreste, che spesso la consulta per un consiglio. Questo fatto innervosisce Cirillo in modo particolare, perché ipazia è un’intellettuale di chiara fama, è pagana, per giunta è anche una donna. Non è un caso che i cristiani di Cirillo l’abbiano uccisa scorticandola, facendola a pezzi, cavandole gli occhi, e ne abbiano bruciato i resti e le opere; una ferocia inaudita per punire non solo il libero pensiero, ma lei in particolare perché è una donna, brilla moltissimo, non attacca e non pensa a difendersi.

ὅταν βλέπω σε, προσκυνῶ, καὶ τους λόγους.
τῆς παρθένου τὸν οἶκον ἀστρῷον βλέπων
εἰς οὐρανὸν γάρ ἐστι σοῦ τὰ πράγματα,
Yπατία σεμνή, τῶν λόγων εὐμορφία,
ἄχραντον ἄστρον τῆς σοφῆς παιδεύσεως.

Quando ti vedo mi prostro davanti a te e al tuo verbo,
Vedendo la casa astrale della Vergine,
Infatti, verso il cielo è rivolto ogni tuo atto
Ipazia sacra, bellezza del verbo,
Astro incontaminato della sapiente cultura.

Pallada, Antologia Palatina, IX, 400

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