LA DATA

9 febbraio 1881

Fëdor Dostoevskij muore a San Pietroburgo il 9 febbraio 1881,  poco dopo la pubblicazione del suo ultimo capolavoro, I fratelli Karamazov. L’opera, ambientata nell’Impero Russo di fine Ottocento,  era stata pubblicata  a puntate su “Il messaggero russo” a partire dal gennaio 1879, fu portato al termine solo alcuni mesi prima della morte dello scrittore.

E proprio questo suo ultimo romanzo, scritto al vertice della sua produzione letteraria, è considerato oltre ad un caposaldo della letteratura dell’Ottocento, una vera e propria autobiografia spirituale,  considerato il fatto che proprio i i tre fratelli simboleggiano le tre tappe del suo cammino morale. Il dibattito sulla fede, i dubbi di Ivan Karamazov, la non accettazione della sofferenza del mondo sono interrogativi che hanno accompagnato l’uomo per tutta la sua esistenza, e che ancora oggi rendono quest’opera, un vero e proprio dramma spirituale,  di grande attualità. La famiglia Karamazov, presentata nella sua realtà devastata dai litigi, da insensata violenza e incomprensioni, pervasa da un odio che può portare anche al delitto, ci appare purtroppo ancora oggi nella sua attualità, in una società sempre più incapace di comprendersi e aiutarsi. «Dostoevskij non giudica mai – afferma Glauco Mauri, attore teatrale di grande fama che spesso ha interpretato i suoi drammi – racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso, e a volte orrendo, che è l’essere umano. È un grande poeta dell’animo e anche da una terribile storia riesce, comunque, a donarci bellezza e poesia».