DAILY LA DATA

9 gennaio 1948
Nasce Franca Viola

Il 9 gennaio 1948 nasce ad Alcamo Franca Viola: è la prima donna rifiutare il matrimonio riparatore

C’era una volta un’Italia diversa, quella del matrimonio riparatore dopo uno stupro. Quella che definiva la violenza sessuale come un reato “contro la morale” e non “contro la persona”. C’era, neppure troppi anni fa, poco più di una ventina. Chissà, se non fosse esistita Franca Viola, magari ci avrebbero messo di più ad abrogare l’articolo 544 del Codice Penale, quello secondo cui «il matrimonio che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato (…); e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali».

Lei, la ragazza di Alcamo – nata il 9 gennaio 1948 – ha saputo dire di no. Intervistata alcuni anni dopo, ha dichiarato: «Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi donna: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé». Eppure, di coraggio deve essercene voluto tanto.

Figlia di contadini, gente semplice e schietta, Franca si fidanza a quindici anni con un certo Filippo Melodia, di famiglia benestante, in odor di mafia. Quando il giovane viene arrestato per furto ed appartenenza ad un clan, il padre di Franca decide di rompere il fidanzamento. Così cominciano i guai: gli bruciano la vigna e il casolare, lo minacciano con la pistola in pugno. Bernardo Viola, tuttavia, non cambia idea. Il 26 dicembre del 1965, rapiscono Franca e il fratellino Mariano; violentano la giovane e la tengono segregata per più di una settimana. Poi, i parenti di Melodia contattano Viola per la paciata, cioè far accettare il matrimonio riparatore ai genitori di Franca. Dal canto suo, la famiglia Viola – d’accordo con le Forze dell’Ordine – fa finta di accettare e poi tende un’imboscata ai Melodia, facendoli arrestare. Durante il processo, nonostante tutti i tentativi posti in essere per screditare Franca (la definiscono consenziente, poi manipolata dai genitori), la ragazza non molla e non accetta di sposare il suo stupratore. Melodia sarà condannato a dieci anni di carcere, più due di soggiorno obbligato nel modenese; uscito di prigione nel 1976, verrà ucciso nel’78 da ignoti, con un colpo di lupara.

In Sicilia e nel resto d’Italia, Franca Viola diventa perciò un simbolo di libertà, di dignità, un punto fermo nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese. Si sposerà, certo, ma con chi sceglierà lei; avrà figli e nipoti, senza paura di ritorsioni.  L’8 marzo del 2014, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della donna, è stata insignita al Quirinale dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dall’allora Presidente Giorgio Napolitano. La norma invocata, a propria difesa, dall’aggressore (il famoso articolo 544) sarà cancellata dalla legge 442, promulgata nell’agosto 1981, sedici anni dopo il rapimento e lo stupro di Viola. Si dovrà attendere, invece, il 1996 perché decada la definizione della violenza sessuale come reato “contro la morale”.