LA DATA

9 ottobre 1909

Jacques Tatischeff, in arte Jacques Tati, nacque a Le Pecq in Francia il 9 ottobre 1909. La sua era una famiglia agiata che vantava origini in ben quattro diverse nazionalità: franco-russa-italo-olandese. Da ragazzo aveva scarsi risultati scolastici, mentre si impegnava molto negli sport, tanto che ne praticò diversi: boxe, calcio, tennis e equitazione. Fra il 1931 e il 1932 lasciò l’azienda di famiglia e iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo, facendo il mimo e l’acrobata nei Music-hall parigini fino allo scoppio della guerra. Al termine del conflitto cominciò a lavorare come attore di cinema e comparì anche in Le Diable au corps. In quel periodo conobbe Fred Orain, direttore degli studi cinematografici di Saint-Maurice e della Victorine a Nizza. All’inizio del 1946, Orain e Tati fondarono la casa di produzione Cady-Films, con cui realizzò i primi tre film di Tati.

Il suo primo lungometraggio, Giorno di festa  fu girato nel 1947 e nel 1949 uscì prima a Londra con grande successo e in un secondo tempo in Francia. Vi appariva un maldestro portalettere in bicicletta che scombinava un intero paese nel giorno della sagra annuale. Il film era stato girato sia in bianco e nero sia a colori ma quest’ultima versione non circolò se non nel 1995 dopo essere stata restaurata a cura della figlia Sophie nel 1995.

Nel 1953 uscì Le vacanze di Monsieur Hulot, primo film nel quale appare il personaggio di Monsieur Hulot, allampanato, sempre imperturbabile, il pantalone un po’ corto, cappello e ombrello e la  pipa in bocca, suscita ilarità con la mimica e le gag che prendono in giro le abitudini del francese medio. Nel film, che fu un grande successo di critica e pubblico, Hulot parte per le vacanze al mare con la sua vecchia auto e ovviamente metterà in subbuglio la pensione dove alloggia.

In Mon Oncle del 1958, Monsieur Hulot combina guai nella villa super automatizzata del cognato suscitando il divertimento del nipotino. Il film vinse l’Oscar come migliore film straniero.

In Playtime Monsieur Hulot, dopo aver cercato di farsi ricevere da un funzionario in un modernissimo palazzo, incontra un gruppo di turisti americani che si aggirano in una tecnologica e fredda Parigi. La lavorazione del film richiese enormi investimenti, ma pur incontrando il favore della critica ricevette un’accoglienza tiepida da parte del pubblico e Tati si ritrovò nel 1968 in una situazione finanziaria catastrofica.

In Monsieur Hulot nel caos del traffico del 1971, Hulot trasforma una Renault in un’auto per campeggiatori, dotata di tutto il necessario: dalla veranda alla doccia, al barbecue. L’auto deve essere esposta al salone di Amsterdam ma per una serie di contrattempi dovuti al traffico Hulot arriva in ritardo e viene licenziato. L’ultimo film di Jacques Tati, Il circo di Tati, uscì con parecchie difficoltà nel 1974; è il dietro le quinte di un circo, in cui lo stesso Tati impersona sia il presentatore che un clown.

Tati è morto a Parigi nel  novembre 1982.

Nel 2010 David Lynch, in qualità di direttore artistico all’AFI FEST, selezionò Mio zio di Tati insieme a L’ora del lupo di Bergman, Lolita di Kubrick, La finestra sul cortile di  Hitchcock e Viale del tramonto di Wilder per essere proiettati durante la sua rassegna, indicandoli come i capolavori che lo avevano più ispirato.

Nel 2016, Giorno di festa, Le vacanze di  Monsieur Hulot, Mio zio Playtime tornarono nelle sale in versione restaurata. Se li avete persi dal 28 novembre potrete acquistarli in internet raccolti in cofanetto.

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