IL NUMERO

94

94%: è il contenuto di polietilene, la più comune delle materie plastiche e sintetiche, all’interno dei cosmetici che utilizziamo tutti i giorni per prenderci cura del nostro corpo, dalle creme di bellezza al dentifricio.

L’informazione proviene da un’inchiesta realizzata dalla Cosmetics Europe, associazione specializzata nella produzione di oggetti dediti all’igiene personale; dall’indagine effettuata in otto regione italiane, su trenta punti vendita scelti in modo casuale, è risultato che il polietilene risiede con percentuali preoccupanti in prodotti detergenti, come esfolianti o salviette struccanti, e creme per il viso. Inoltre, questi composti nocivi si concentrano in modo contraddittorio nelle merci di aziende che esaltano l’importanza del rispetto dell’ambiente, fatto dimostrato da innumerevoli studi che hanno visto cooperare Università, programmi di portata europea e esponenti dal mondo scientifico.

Allarmante la constatazione che queste microplastiche vanno a riversarsi in mare, contribuendo al già ingente inquinamento marino inquadrato dal Rapporto Frontiers 2016, rilasciato dall’UNEP, come una delle sei minacce ambientali emergenti.

Sono esposte al rischio la flora e la fauna acquatica, in quanto i pesci ingeriscono le sostanze tossiche provenienti dalla plastica e ciò potrebbe causare uno squilibrio nella catena alimentare.

In questo modo i prodotti inquinanti rimangono all’interno del pescato, finendo così nei nostri stomaci.

Le leggi che vietano l’utilizzo delle microplastiche nei cosmetici sono un sogno che ancora non ha avuto possibilità di divenire realtà, ma le associazioni ambientaliste non mollano! Si spera in una loro vittoria, sulla scia di altri Paesi in cui le normative contro la contaminazione data da queste sostanze sono orma stabili e rispettate.

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