LA PAROLA

Aberrazione

Uno strano particolare, un riverbero anomalo di una tinta innaturale, un oggetto imprevisto che entra nell’inquadratura e provoca una distorsione; l’aberrazione ottica è un’alterazione di una normale esperienza visiva o di una osservazione astronomica; nel cinema, l’aberrazione è un gioco anomalo delle inquadrature che ispira una impressione surreale, ultraterrena allo spettatore.

Fuori dalle sue accezioni tecniche, l’aberrazione si contraddistingue sempre come una condizione naturale, un’alterazione che colpisce subito l’attenzione degli osservatori per la sua efficacia nello spezzare la normalità di una situazione.

Un comportamento inatteso quale uno scatto isterico, un crimine violento commesso da un insospettabile, un particolare naturalistico fuori dai canoni, questi casi sono tutti aberrazioni, violazioni dello status quo e assalti alla sanità mentale; eppure, oggi va di moda il concetto di anomalia, di alterazione, quasi si vivesse in un barocco accelerato; il cittadino istruito “con un tono”, soprattutto piccolo-borghese, delle nazioni occidentali ha coltivato un inedito apprezzamento sofisticato per le immagini stereotipate dell’insolito e dell’esotico, immaginando le aberrazioni dell’esistenza umana attraverso le lenti deformanti di una serie di equivoci filosofici post-sessantottini.

Ma quanto sono davvero “divertenti” le aberrazioni? Svegliarsi una mattina ed udire il proprio cane rimproverarti con parole umane sarebbe piacevole? Passeggiare per strada ed accorgersi che disgustose piante dai colori strani hanno invaso le aiuole ed aggredito i muri, sarebbe forse una vista amena oppure un’esperienza nauseabonda? E proseguire attraverso le strade della propria città, e scoprire che misteriosi esseri alieni camminano fra le persone troppo spaventate per reagire, dopo essere arrivati chissà come, costituirebbe forse un piacevole diversivo domenicale?

Dimentichiamoci le chiacchiere da salottino; se improvvisamente il cielo diventasse verde o mostri sconosciuti scaturissero dal sottosuolo, nessuno si divertirebbe, men che meno gli intellettualoidi bravi solo a ciarlare, simili a caricature di salottieri cinici da commedia.

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