DAILY LA PAROLA

Altopiano

In Italia ci sono altopiani famosi soprattutto perché hanno segnato la nostra storia. È il caso dell’altopiano di Asiago a cui è legato uno dei libri più belli sulla Grande guerra, "Un anno sull’altipiano" di Emilio Lussu

Regione che si estende in piano, a quota superiore ai 300 metri sul livello del mare: tutto qui, non è generoso il vocabolario con la parola altopiano o altipiano. Eppure, ce ne sono alcuni che lasciano senza respiro. L’altopiano del Tibet, detto anche “tetto del mondo” per la sua altezza (oltre quattromila metri), è uno di questi. Poesia allo stato puro.  I viaggiatori ne potrebbero citare molti altri dall’America all’Australia, passando per l’Africa. Suggestivo, ad esempio, l’altopiano del Colorado, una delle grandi regioni naturali degli Stati Uniti.

Galileo ci descriveva la luna come una superficie niente affatto liscia e uniforme, ma con cavità e sporgenze. Anche sulla luna si trovano gli altopiani, aree caratterizzate dalla presenza di rocce molto antiche di diversi miliardi di anni.

Senza fare il giro del mondo, in Italia ci sono altopiani famosi soprattutto perché hanno segnato la nostra storia. È il caso dell’altopiano di Asiago a cui è legato uno dei libri più belli sulla Grande guerra, Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu. Per molti è stata una lettura scolastica, ma vale la pena a tutte le età. Un anno sull’altipiano racconta gli avvenimenti nei quali, tra il giugno 1916 e il luglio 1917, venne coinvolta la brigata Sassari, quasi tutta composta da soldati sardi. Lussu combatté come ufficiale di fanteria in questa brigata. Scritto nel 1936, pubblicato da Einaudi nel 1945, il libro è considerato una delle maggiori opere sulla Prima guerra mondiale. «Il capo-coro intonava “Quel mazzolin di fiori…”. Il coro della compagnia rispondeva: “Che vien dalla montagna…”. E il canto animava i soldati affaticati. Eravamo in marcia da tre giorni. L’immobilità della lunga vita sul Carso ci aveva reso incapaci di grandi sforzi. La marcia era penosa per tutti. Ci confortava solo il pensiero che saremmo andati in montagna». Lussu ci regala uno spaccato della tragedia della Grande guerra, del dramma dei soldati, degli errori e dell’incapacità di chi li comandava. Dei tanti morti lassù sull’altopiano.