DAILY LA PAROLA

AMOA

Normalmente questo spazio è dedicato a una parola del nostro idioma, a un neologismo, a lemmi di altre lingue “presi in prestito” ed entrati di diritto nell’uso comune. Questa volta abbiamo fatto un’eccezione, inserendo nella rubrica “La Parola” un acronimo, AMOA, il nome di una Onlus che opera in Africa. La finalità del progetto di questa associazione e quello che i suoi volontari stanno facendo ci ha convinti che fosse la cosa giusta.

 «Questo facciamo in Africa: si ridà la vista, e la vita, perché solo così possono lavorare i capofamiglia, a persone cieche totalmente, che tali resterebbero per sempre. E si torna in Italia sempre arricchiti, professionalmente e umanamente. Con il desiderio di ripartire appena possibile».L’Associazione Medici Oculisti per l’Africa, AMOA Onlus, attiva da 22 anni in Africa e in Italia, è composta da medici, professionisti della sanità e volontari che prestano la loro opera gratuitamente, per la cura e le prevenzione delle malattie della vista nelle fasce di popolazione più deboli. Attualmente ha in corso progetti in Italia e in Senegal, Togo, Rwanda, Zimbabwe, Madagascar, Cameroun, Etiopia. Amoa opera in territori dove le strutture sanitarie non sono presenti, o comunque rarissime, e assiste bambini, giovani, donne, anziani che non possono permettersi l’assistenza privata o pubblica a pagamento.

Presieduta dal medico oculista Francesco Martelli, si avvale della collaborazione di circa 200 professionisti nel campo della salute e di 1600 sostenitori. «Medici, soci, volontari, tutti i protagonisti di questa splendida avventura – sottolinea Martelli – sono professionisti di prim’ordine, con un’idea forte che li anima e lo spirito degli amici veri che li unisce. Visitiamo, operiamo (soprattutto di cataratta), forniamo occhiali a persone di ogni età. Tutti i finanziamenti che riceviamo vengono destinati a progetti. Non, come succede per molte altre Associazioni, anche blasonate, a pagare impiegati, burocrati o apparati elefantiaci. L’obiettivo è chiaro: prevenire, curare, insegnare. Per smettere progressivamente di essere quelli che vanno in Africa, operano e si sostituiscono ai locali. Dobbiamo invece incentivare ulteriormente l’insegnamento, formare infermieri, oculisti, chirurghi. Per aiutarli davvero a casa loro».

100 missioni, circa 500.000 pazienti visitati, 81.700 persone operate. Questi i numeri delle attività di AMAO in questi anni. L’associazione ha provveduto anche alla creazione in Africa di 9 sale operatorie, 9 ambulatori, 5 laboratori di ottica, 2 sale informatiche per persone non vedenti. Di particolare rilievo l’attività di insegnamento, per garantire la continuità del servizio nel tempo: ben 18 sono i sanitari locali che hanno completato il percorso di formazione e sono oggi pienamente operativi.

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