AMORE E DINTORNI VISIONI

«Amore ti amo, ma solo su WhatsApp»

«Amore ti amo, ma solo su WhatsApp». Sentimenti ed emozioni imperversano (e spesso “pervertono”) in rete. La sottile arte della seduzione sembra aver trovato una sua raffinata evoluzione nel 2.0.

Nell’era del digitale, poteva l’adulterio sottrarsi alla moda delle anonime, meno rischiose, ma sicuramente meno divertenti chat erotiche?

La risposta è no. E ormai le chat per adulti sono diventate un fenomeno di massa, se si considera che negli ultimi 10 anni sono cresciute in maniera esponenziale, moltiplicandosi e moltiplicando offerte di appuntamenti bollenti tra sconosciuti, che nella vita reale non si incontreranno mai e che mettono allegramente le corna ai relativi consorti, senza il rischio di farsi scoprire. O meglio con meno rischio, visto che la possibilità di esser colti in flagrante, con il telefono in mano e i calzoni calati esiste.

Ci sono fatti di cronaca che lo testimoniano e c’è una sentenza della Cassazione in materia di addebito della separazione (la numero 8.929 del 12 aprile 2013) che considera elemento di responsabilità non solo l’adulterio vero e proprio (dai connotati “fisici”), ma anche quando la relazione, «in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell’ambiente in cui i coniugi vivono, possa dare luogo a plausibili sospetti di infedeltà e comporti offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge».

Insomma, non è necessario il rapporto carnale perché si possa parlare di violazione dell’obbligo alla fedeltà, ma è sufficiente che il comportamento del coniuge sia inequivocabilmente tale da far sorgere seri dubbi di infedeltà. E questo potrebbe, in teoria, porre nell’illecito anche il colorito e intimo linguaggio, meglio se esplicito o chiaramente allusivo delle chat, magari aggravato da scambio di foto e di video.

Tutto ciò deve far riflettere i fedifraghi 2.0 che – secondo un articolo pubblicato su www.incontri-extraconiugali.com, «il primo sito dedicato a uomini e donne sposate o in coppia che cercano incontri e avventure al di fuori del matrimonio» – sempre più numerosi si dedicano alle scappatelle dietro lo schermo. Almeno 3.600 persone ogni mese si affidano all’anonimato del sito, da poco sbarcato in Italia. In crescita le donne che si dedicano al piacere della trasgressione digitale (https://goo.gl/LyyqdH).

Ben oltre i numeri dei frequentatori abituali del sito incontri-extraconiugali, tuttavia, sono quelli del popolo del websex. Tra proposte hot e fast sex, foto hard e fantasiosi nickname, gli italiani che si affidano alle “gioie” del sesso online sono almeno 9 milioni. Uno su sei utilizza app e siti per incontri, con un numero di appuntamenti nelle alcove virtuali stimato in 250 milioni.

Cercare amanti, maschi e femmine, gay o transgender, al riparo da occhi indiscreti, dal rischio di contrarre malattie e con la libertà di dare sfogo alle fantasie più recondite e inconfessabili, è una moda che stimola la curiosità e le prurigini da nord a sud dello stivale, con picchi nel Centrosud, in particolare a Napoli, con Milano al terzo posto, ex-equo con la Capitale.

Sei sono le chat di incontri bollenti più note, diffuse e sicure: Chatplanet, Echat, Speedychat, 5Chat, Digichat e Chat.it. Ciascuna di esse offre la possibilità di incontri per tutti i gusti. Basta entrare nelle “stanze” dedicate, dove tuttavia non si consuma subito sesso. Si fa amicizia e, come nel mondo reale, da cosa nasce cosa. Di solito, infatti, alle chat sono abbinate app che consentono a chi si conosce e si piace di incontrarsi “da soli”, con la possibilità di scambiarsi foto e video, pare in piena sicurezza.

È appurato, infatti, che le app per gli incontri tra adulti offrono garanzie sull’anonimato degli utenti, perché consentono l’accesso con il solo nickname e non chiedono autenticazione, in modo da sfuggire – nel bene e nel male – a ogni controllo e darsi al sexting, in piena libertà.

A patto che dietro il nickname Monella o Dominatore non si nasconda la moglie o il marito tradito che vuole smascherare il partner. È successo, anche con conseguenza piuttosto gravi per il malcapitato o la malcapitata di turno.

Alla fine, è proprio il caso di dirlo, il web, oltre ad aver dato la parola a legioni di imbecilli, come ebbe a scrivere il compianto Umberto Eco a proposito di Facebook, ha anche sdoganato le fantasie e l’ardimento di tanti fedifraghi potenziali che nella vita reale non ce l’avrebbero fatta e che non amano rinunciare alla comodità della poltrona di casa e del portatile, nemmeno nel sesso. Che sia per curiosità, che sia per noia, che sia per risvegliare i sensi assopiti o – perché no – ridare pepe a un rapporto scolorito, alla fine condividere il piacere con qualcuno dall’altra parte dello schermo, anziché fare leva solo sulla propria fantasia, sta andando per la maggiore.

Inevitabile richiamare alla memoria il geniale Woody Allen e la sua celebre frase «non sottovalutiamo la masturbazione. È fare sesso con una persona che si conosce benissimo».

 

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