LA PAROLA

Anglosassone

Sull’origine della parola anglosassone ancora si discute. Alcune fonti la attribuiscono a San Beda il Venerabile (673-735), monaco benedettino di Wearmouth, che, nella sua Historia ecclesiastica gentis Anglorum, definisce anglosassoni i discendenti delle tribù degli Juti, degli Angli e dei Sassoni, che dalle coste della Germania settentrionale e della Danimarca, invasero la Britannia meridionale dal V secolo dopo Cristo.

Non è ancora chiaro comunque se si può parlare di invasioni vere e proprie. Un’interpretazione alternativa degli eventi avvalora la tesi che ci fu una limitata occupazione militare della Britannia orientale, con la popolazione che andò gradualmente adottando la lingua e la cultura dei nuovi padroni. Si discute anche sulla quantità di elementi di ceppo germanico presenti nell’isola prima del ritiro dei Romani dalla Britannia che avrebbero favorito migrazioni dal continente. Fu comunque con gli Anglosassoni che almeno dal IX secolo, si cominciò a parlare di un regno d’Inghilterra sotto la guida di Alfredo il Grande.
Oggi il termine abbraccia molti aspetti del vivere. Lingua, cultura, politica, e soprattutto stili di vita originari della Gran Bretagna che nel corso del tempo hanno influenzato gran parte del mondo occidentale, soprattutto dagli anni Sessanta del secolo scorso. Dalla swinging London dei Beatles e Rolling Stones, alla minigonna di Mary Quant, simboli di una rivoluzione giovanile destinata a cambiare la storia del costume una volta per sempre.

Elemento vitale della cultura anglosassone rimane la lingua. A livello globale 375 milioni di persone parlano inglese come prima lingua, e altrettante come seconda. È lingua ufficiale, o perlomeno è riconosciuta tra le lingue ufficiali, in 75 Paesi – dall’India al Sudafrica passando per il Canada – con una popolazione complessiva di oltre due miliardi di persone.

Secondo gli ultimi dati del British Council, ormai una persona su quattro parla inglese e la domanda continua a crescere. La previsione è che entro il 2020 saranno due miliardi le persone che studiano l’inglese nel mondo, nonostante la graduale perdita di potere e di influenza dei due maggiori stati anglofoni, Stati Uniti e Gran Bretagna. Senza contare che, ormai da tempo, molti termini inglesi fanno parte del parlare quotidiano di molti paesi, compreso il nostro.

Resiste ancora il cosiddetto Sistema Imperiale di misura varato nel 1824, strenuamente difeso dalla British Weights and Measures Association, il gruppo che raduna i fan della libbra, della pinta e del miglio, di cui fa parte anche J. K. Rowling, la mamma di Harry Potter e che, in tempi di Brexit, vivono il loro momento di gloria. Al loro fianco, anche i difensori della caccia alla volpe, contro gli attacchi sempre più serrati degli animalisti. Tutti in trincea a difesa dei valori rappresentati dalla buona, vecchia Union Jack che continua imperterrita a sventolare sui pennoni di mezzo mondo, ultimo cimelio di una britishness assai dura a morire.

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