LA PAROLA

Antifascista

Antifascista, «che si oppone al fascismo», si legge nella maggior parte dei dizionari italiani. Un aggettivo, dunque, che connota tutte quelle persone, situazioni, fatti che si contrappongono al fascismo.

Ma l’aggettivo antifascista che, chiaramente deriva dal sostantivo antifascismo, è una definizione coniata proprio dai fascisti. Si legge nell’enciclopedia Treccani che furono proprio loro a ideare il termine antifascismo, per designare i loro oppositori, mossi da una visione dicotomica della lotta politica. Lo fecero già prima della marcia su Roma del 1922, quando iniziarono a raggruppare sotto le comune definizione di antifascisti, non solo gli avversari politici, ma tutti coloro che si dimostravano perplessi o, semplicemente, poco entusiasti delle loro gesta e dei loro progetti.

Antifascista, dunque, sembrerebbe un aggettivo datato, deputato a indicare un fenomeno da circoscrivere tra i cento e settanta anni fa. Eppure, al contrario, è stato il vessillo che ha identificato intere generazioni di persone, e che, in questi giorni, torna più attuale che mai. Forse anche grazie all’iniziativa del Comune di Stazzema che ha sentito la necessità di creare, qualche settimana fa, un’anagrafe antifascista. Si tratta di un albo a cui possono iscriversi privati cittadini e, da pochi giorni, anche associazioni o enti pubblici per “certificare” la loro appartenenza alla schiera di coloro che «si oppongono al fascismo».

Un’idea originale che arriva, però, da un ente che ha tutto il diritto, se così si può chiamare, di voler ricordare con forza la propria opposizione al fascismo: il 12 agosto del 1944, infatti, Sant’Anna di Stazzema fu luogo di una delle più terribili stragi del secondo conflitto mondiale.

I soldati nazisti della 16 SS Panzergrenadier Divisione “”Reichsführer SS”, insieme ad alcuni collaborazionisti locali e ai membri della 36° brigata “Mussolini” uccisero 560 persone, per la maggior parte donne, vecchi e bambini.

Proprio per non dimenticare la storia, in tempi che per terribili analogie ricordano momenti bui delle vicende del nostro Paese, il Comune di Stazzema ha deciso di creare una «comunità virtuale di valori – si legge nella pagina dedicata del sito web dell’amministrazione – aperta a tutti coloro che si riconoscono in una serie di principi (…)». E ancora: «Perché un’anagrafe antifascista nel 2018? Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti e ideologie che dovrebbero appartenere al passato».

L’anagrafe antifascista può contare oggi oltre 12.500 adesioni: anche di personaggi pubblici, che hanno deciso di dichiararsi apertamente antifascisti. Aderire è facile: basta visitare la pagina www.anagrafeantifascista.it, raggiungibile anche dal sito ufficiale del Comune, e compilare il modulo dedicato.

E forse, dopo un gesto simbolico di questo tipo, in tempi in cui le identità si determinano anche facendo parte di comunità virtuali, si potrà usare, per definirsi, con ancora più impeto e un nuovo valore, l’aggettivo antifascista.

TESSERE si fa promotrice di questa iniziativa.