DAILY LA PAROLA

Arroganza

Circondati da arroganti, conviviamo con questa tipologia di persone, e siamo noi stessi a volte arroganti con chi ci sta accanto. Difficile liberarsene

Il vocabolario on line della Treccani ci informa che arroganza indica «l’essere arrogante; insolenza e asprezza di modi di chi, presumendo troppo di sé, vuol far sentire la sua superiorità; arroganza del potere: il comportamento altezzoso, sprezzante e talora violento che spesso caratterizza chi detiene il potere».

Sono meravigliose poi le parole sinonime, che brillano per la loro sontuosa abbondanza, da quelle letterarie a quelle d’uso comune: «albagìa, alterigia, altezzosità, boria, burbanza, grandigia, iattanza, oltracotanza, presunzione, protervia, spocchia, superbia, supponenza, tracotanza, insolenza, prepotenza, sfacciataggine, sfrontatezza».

Se l’arroganza del potere è questione alla quale abbiamo fatto il callo tanto da non saper più nemmeno replicare, l’arroganza di chi ci circonda è altro e più complesso affare, che riguarda noi soli o al massimo la nostra ristretta cerchia d’influenza, come va di moda dire. Chi non ha mai incontrato un arrogante nella vita? E a noi, quante volte è capitato di comportarci in modo arrogante nei confronti del prossimo, specie quello a noi più vicino?

L’abitudine all’incontro con gli arroganti, quelli con l’A maiuscola, è talmente faticoso e comune che si possono trovare pagine e pagine di consigli su come scansarli: in effetti pare sia l’unico modo di liberarsene, perchè se aspettiamo che cambino grazie alle osservazioni e alle premure di chi li circonda, possiamo aspettare pure la prossima reincarnazione.

Arroganti si nasce o si diventa? Chissà. Certo ci vuole una bella predisposizione. Possiamo comunque intanto documentarci su quali siano i comportamenti tipici degli arroganti, scoprendo pure che «ciò che si nasconde dietro questi atteggiamenti è una profonda solitudine e incapacità a rapportarsi in maniera adeguata con gli altri, oltre che un modo per mascherare le proprie insicurezze e non ammettere di non avere capacità adeguate al ruolo che ricopre». So come commenterebbero a Roma cotale affermazione, ma lo lascerò all’intuito di chi legge; del resto è commento che sorge spontaneo e radicale, ma è liberatorio solo temporaneamente. Per il resto del tempo ci teniamo l’arrogante, che sia caduto da piccino dal seggiolone o meno, che abbia gran pena di sé e torturi gli altri inconsapevole per insicurezze sue ataviche, o meno. L’Angolo della psicologia ci viene in soccorso informandoci che «in ogni caso l’atteggiamento arrogante si sviluppa molto presto. Uno studio condotto all’Università di Yale ha scoperto che i bambini tra i 5 e i 7 anni mostrano già un pensiero arrogante perché credono di sapere di più degli adulti. Ad un certo punto durante lo sviluppo, abbandoniamo questo atteggiamento egocentrico e ci formiamo un’immagine più oggettiva di noi stessi e del mondo. Apparentemente, la persona arrogante non fa questo passo, crede ancora di avere sempre ragione e, quel che è peggio, crede di meritarsi di vincere sempre».

Perciò se avete figli arroganti, una buona pratica potrebbe essere una gentile pedata nel sedere alla bisogna; metaforica, s’intende. Anche una lavatina di faccia con l’acqua fredda di quando in quando potrebbe calmare un bollente spirito più di mille parole, irate o cortesi che siano; l’importante è agire in fretta, non aspettare che diventino troppo alti per un lavaggio efficace.

Quel che pare certo, a detta degli esperti, è che «l’arrogante ha una visione molto distorta del mondo, quindi non trova alcun motivo per provare gratitudine. Se gli fai un piacere tende a ridimensionare il tutto, anzi sembra proprio che quel piacere gli sia dovuto. Tende a fare facilmente terra bruciata perchè troppo concentrato su se stesso». Ah beh, sì beh. Povero il re, e povero anche il cavallo! Perciò tendenzialmente l’arrogante è pure ingrato, e scusate se è poco; qualunque cosa facciate, ancora gliene viene a lui, direbbero a Genova; o a lei, s’intende, che l’arroganza è trasversale e conosce tutti i generi, oltre che tutte le età.

Caratteristiche tipiche e consigli utili per uscire indenni dall’incontro con l’arrogante ci vengono anche da wikihow, che comunque suggerisce, di base, la fuga; più interessante il punto di vista espresso nell’articolo L’inconscia prossimità con l’arroganza, che suggerisce di utilizzare il fastidio che proviamo di fronte all’arroganza altrui guardando dentro di noi:  «il loro fastidioso eccesso di baldanza e sfrontatezza si rispecchia nel nostro opposto modo di essere. Noi che invece sorvegliamo e adattiamo i nostri desideri, i nostri modi di comunicare, il nostro cuore al bisogno di piacere agli altri, al bisogno di essere approvati, amati e accettati. L’arroganza, la sua indipendenza dal bisogno di piacere, dal timore di sbagliare, si contrappone e si collega così alla nostra eccessiva arrendevolezza, alla nostra troppa timidezza, al sacrificio che consumiamo della nostra libertà d’essere e di esprimere noi stessi». Abbiamo quindi individuato l’aspetto positivo dell’arrogante: non gli importa un fico secco di piacere al prossimo suo. E questo, diciamolo, sarebbe una gran liberazione anche per noi, forse migliore della fuga.

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