LA PAROLA

Arrosto

L’arrosto è una tecnica di cottura dalle origini antichissime. Secondo l’antropologo Richard  Wrangham, risalirebbe addirittura a un milione e 800 mila anni fa quando, grazie alla conquista del fuoco, l’uomo iniziò a cuocere i cibi che consumava, esponendoli direttamente alla fiamma viva.

Chiaramente, questo tipo di cottura era rapido e aggressivo e la carne risultava dura e stopposa a causa dell’eccessiva cottura delle proteine. Piano piano la tecnica è stata affinata, l’uomo ha imparato cuocere il cibo a distanza dalla fonte di calore, girandolo spesso in modo da allungare il tempo di cottura e produrre un alimento più appetibile. E così, il fortunato uomo contemporaneo può gustare sopraffini arrosti, teneri e gustosi.

Il Satyricon di Petronio e altre fonti dell’epoca, quali le ricette di Marco Gavio Apicio, famoso gastronomo e cuoco romano, che costituiscono la fonte principale sulla cucina dell’epoca imperiale, raccontano come nell’antica Roma l’arrosto non venisse servito a fette come oggi, ma, poiché i commensali non avevano forchette e coltelli, già tagliato a pezzetti e da prendere con le mani. Addirittura nelle case dei ricchi esisteva un servo preposto a questo compito.

Petronio nella famosa descrizione del banchetto offerto dal ricco Trimalcione, racconta che uno di questi servi era addirittura chiamato Carpus, dal latino carpo, tagliare, in modo che quando il padrone, borioso e magalomane, lo chiamava, con una sola parola gli impartiva anche l’ordine da svolgere.

La parola arrosto è talmente diffusa, da essere usata anche in numerosi modi di dire, come “essere tutto fumo e niente arrosto”, utilizzato per indicare qualcuno o qualcosa che, nonostante l’apparenza, non vale molto. Viene spesso usato anche “fare un arrosto”, quando viene compiuto un errore tale da compromettere il risultato di ciò che si sta facendo e spesso anche i rapporti tra le persone. Succede anche con l’arrosto: se si brucia è impossibile mangiarlo.

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