LA PAROLA

Bignami

Di nome Ernesto Adamo, di cognome Bignami. È vissuto tra il 1903 e il 1958, è stato un professore di lettere e nel 1931 ebbe la geniale idea di comporre e mandare alle stampe dei libriccini in formato tascabile contenenti una sintesi degli argomenti trattati nei programmi ministeriali della scuola.

Di lì il nome delle sue edizioni, la casa editrice Bignami, fondata appunto quell’anno a Milano, a cui si deve un termine – un sostantivo maschile da scriversi con la minuscola – capace di vivere di vita propria, con il significato di «manualetto che riassume le nozioni di base di una materia scolastica». In alternativa, o come sinonimo, si può dire bigino o bignamino. Ma s’intende sempre la stessa cosa: un oggetto, un prodotto, capace di sintetizzare quello che altrimenti richiederebbe molto più spazio e, di conseguenza, molto più tempo per fissarne nella mente i contenuti.

Il Bignami, anzi, il bignami, è la condensazione, forse un po’ superficiale, di quanto altrimenti sarebbe esageratamente esteso e questa sua capacità di far sapere quasi tutto a tutti, nel medesimo tempo in cui si saprebbe solo un frammento dello scibile seguendo le vie ortodosse, è divenuta sinonimo di quello che altrimenti si potrebbe dire compendio, didascalia, slogan, titolo, di qualunque cosa fissi un ricordo in un batter d’occhio.

Certo, leggere la Divina commedia dà un piacere che i tre bignamini ad essa dedicati nemmeno sfiorano, ma si vuol mettere spiluzzicare Paolo, Francesca, Caronte e Beatrice e tutti gli altri in un pomeriggio, massimo due? Onore, dunque, al divulgatore che in catalogo conta più di 250 titoli, dalla chimica all’italiano (famoso il volumetto sui Promessi sposi), dalla filosofia alla matematica, dalle lingue straniere alla storia dell’arte.

Per lungo tempo rigorosamente rivestito da un’inconfondibile copertina marroncina – e diffidare accuratamente dalle pur tante imitazioni come si fa per esempio con “La settimana enigmistica” –, un bignamino misura 10,5 X 15,3 centimetri e in quelle dimensioni è racchiuso in 168 pagine il riassunto dell’Iliade, in 242 quello dei Promessi sposi e in 256 tutto quanto è indispensabile sapere per superare l’esame di letteratura greca nei licei classici.

Nanni Moretti, nel film Palombella rossa del 1989, vestendo i panni dell’ex dirigente del Partito Comunista Italiano, Michele Apicella, prende a schiaffi la giornalista che lo intervista sul comunismo confessando di essersi preparata sull’argomento con il bignami.

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