LA PAROLA

Bilìci

«Dall’Etna alle Dolomiti per un posto alle Poste». Poteva essere un titolo in prima pagina, magari nel “taglio basso”, del quotidiano “La Sicilia”, quando il 5 luglio di quarantacinque anni fa, qualche centinaio di giovani, ed io tra loro, vincitori di un concorso nazionale, siamo partiti dalla nostra terra per il Trentino Alto Adige. La mia destinazione, ufficio postale San Martino di Castrozza. Ad accompagnarmi nel lungo viaggio con “la Freccia del Sud “, una bilìci (valigia) di cartone marrone scuro, stracolma di sogni, «’ttaccàti stritti stritti ccu lu rumanèddu» (legati strettissimi con lo spago grosso) per non farli svanire.

Da giorni, in tv e sui social media, insiste lo spot di una grande marca che ha brevettato una bilìci di ultima generazione in vari colori, il quale così recita: «indistruttibile! Grazie alla reingegnerizzazione dei processi di produzione dei normali materiali utilizzati nel settore valigeria, ABS e policarbonato…». Encomiabile, senza dubbio, la ricerca nel settore, se penso alle prime fatte di legno. Lo slogan indirettamente valorizza la parola proposta, ma il messaggio sembra esagerato. Nemmeno alla scuderia Ferrari in Formula Uno oserebbero tanto.

Tutti abbiamo in casa una o più bilìci nuove o vecchie, piccole o grandi, con due o quattro rotelle, con i manici fissi o estensibili, in pelle, in plastica, in alluminio o, appunto, in policarbonato. L’indecisione al momento dell’acquisto, si trasforma in gioia e disperazione nel prepararle, condizionati dal peso, dai pacchetti che non entrano e, a volte, dopo la forzatura per chiuderle, imprechiamo sbuffando se la cerniera si incastra e, malgrado l’aiuto di qualcuno, non scorre bene.

Per preservare il contenuto, specie nei viaggi aerei intercontinentali, le facciamo incelofanare prima dell’imbarco. Trascinarla nelle corsie delle banchine ferroviarie, negli aeroporti e per le strade delle città, con il tipico rullare, zigzagando tra gli ostacoli, diventa un gioco per i ragazzi in gita scolastica; qualche anno fa il tipico rumore del continuo via vai quotidiano, per le calli veneziane, ha infastidito i residenti al punto di richiedere al sindaco una delibera, mai concessa, per obbligare i turisti all’uso del “silent trolley” con le ruotine silenziose, gommate e ammortizzate.

Per ragioni di sicurezza non sempre è possibile mettere tutto dentro la bilìci. Regolamenti internazionali dettano norme severe sul trasporto degli oggetti personali; eppure, noncuranti dei controlli doganali, in molti sfidano la legge. I trasgressori scoperti dalla polizia balzano agli onori della cronaca per la bilìci piena di droga, di soldi, di preziosi, di animali esotici vivi. Ma non solo. questo è un fatto di qualche anno fa :

«Cummàri Maria ù sintìsturu diri di ddu niurittu ‘nchiusu ‘ntra bilici?»

«Si cummàri Rosa, robba di non cridirici, ma ‘u visti nta tilivisioni!»

Infatti, incredibile ma vera, la notizia Ansa: «grande stupore per i doganieri in servizio a Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino. Durante i controlli ai raggi X si è scoperto che in un piccolo trolley era nascosto un bambino africano di 8 anni che tentava di entrare illegalmente nel Paese».

Raccapriccianti anche terribili fatti criminali: bilìci, nascoste negli anfratti dei boschi o lungo gli argini dei fiumi, scoperte per caso e rinvenute piene di resti umani, in particolare donne, assassinate e fatte a pezzi. Altro che la disonestà di Marcello, il personaggio che nel film La ragazza con la valigia seduce e abbandona al suo destino la povera Aida, interpretata da Claudia Cardinale.

La letteratura, e di conseguenza la cinematografia e il teatro, hanno utilizzato e spesso, ancora oggi utilizzano la bilìci come fonte di ispirazione non solo nei titoli, ma anche negli effetti speciali, zumandola nelle scene clou per creare emozioni. Altrettanto ha fatto, tra gli altri, l’artista Giampaolo Talani lasciandola ai posteri in molte sue opere di pittura e scultura.

Su internet, lo giuro, non voglio fare pubblicità al gioco del lotto (finalmente proibito) ho trovato un sito che elenca una sfilza di numeri in tema. A chi li giocherà… buona fortuna!

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