DAILY LA PAROLA

Boicottaggio

Ostacolare un'attività isolandola: boicottaggio, dal nome del capitano inglese Boycott, vissuto nel XIX secolo

UNAPAROLAALGIORNO

Immagine: roxanabalint

Boycott era amministratore terriero di una contea irlandese appartenente a tale lord Erne. Questo Boycott era uno stronzo: pagava i suoi lavoratori meno del pattuito e vessava come poteva i suoi dipendenti. Inutile dire che era odiato da tutti, ma la risposta collettiva ai suoi comportamenti fu delle migliori: i braccianti iniziarono a rifiutarsi di lavorare le terre che gestiva. Così in poco tempo le tenute andarono in malora e Boycott fu licenziato.

Oggi per boicottaggio si intende soprattutto un’azione di mercato organizzata, volta ad evitare l’acquisto dei prodotti di una certa azienda al fine di far pressione perché modifichi le sue politiche ritenute scorrette: si può boicottare un’azienda per le condizioni inumane dei suoi lavoratori, perché impiega sostanze nocive, perché si disinteressa alle istanze ambientalistiche. Il boicottaggio non è più quindi quello del bracciante di Boycott, ma del consumatore: con l’acquisto il consumatore finanzia e vota, e attraverso il boicottaggio, più o meno concertato, esercita il suo potere per indurre un cambiamento in un agente del mercato

La parola boicottaggio è tratta dal sito unaparolaalgiorno.it, un progetto nato nel 2010 dall’idea di due giovani poco più che ventenni – Massimo, dottore in psicologia, web designer, sviluppatore software e appassionato di fotografia, e Giorgio, 28 anni, dottore in giurisprudenza e scrittore –, con l’intento di riscoprire parole belle e poco conosciute,  che usiamo nel quotidiano ma di cui ignoriamo il potenziale originale. «Dalla qualità dei pensieri che facciamo – scrivono nel loro blog – dipende la qualità della nostra vita». TESSERE li apprezza molto.