LA PAROLA

Buio

Buio, un’assenza di luce. “Siamo al buio”, si dice non solo quando è notte e cala l’oscurità, ma anche quando non si sa che strada imboccare, con la paura della sconfitta . Il buio è un richiamo verso l’ignoto, verso il mistero. In questa accezione, il buio può diventare una prigione, ma può anche trasformarsi in una fuga liberatrice, se si riesce poi a imboccare la strada giusta, prima che arrivi la notte fonda. Il buio, dunque, usato con significato proprio, ma frequentemente anche come metafora.

La parola buio, che deriva dal latino burius (rosso scuro) ha sempre, al primo impatto, un senso negativo: il cielo buio annuncia il temporale, il carcere è anche “la gatta buia”, si dice “viviamo in tempi bui” cioè in momenti di oppressione e pericolo, “si brancola nel buio” quando non sappiamo che pesci pigliare, “fare un salto nel buio” ossia andare incontro a un’incognita.

Il buio è indicato spesso come il colore della morte e del male. «Non voglio stare al buio, avrò tanto tempo per starci dopo», dicevano le nostre nonne, pensando all’aldilà, quando in casa non si erano ancora accese le luci. Eppure, con il buio arrivano anche i sogni, la pace interiore, il silenzio, la capacità di leggere meglio dentro noi stessi, talvolta anche struggenti innamoramenti. Per alcuni essere costretti al buio dalla cecità non è stato un impedimento, anzi. In recenti interviste Andrea Bocelli ha raccontato della sua cecità, una condizione che, ha detto, non gli ha impedito di vivere intensamente e di diventare un tenore famoso. Tra i musicisti non vedenti più talentuosi ricordiamo, ad esempio, Ray Charles, Stevie Wonder, Jose Feliciano.

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che’ la diritta via era smarrita»: così Dante nel primo canto dell’Inferno, luogo buio con pianti e stridore di denti. «Guai a voi, guai a voi anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i’ vegno per menarvi all’altra riva nelle tenebre etterne», fa dire a Caronte per rimarcare che l’inferno è buio pesto.

Nella storia, il Medioevo è stato dipinto come il “Secolo buio”, ma anche molti altri periodi segnati da guerre e oppressione hanno evocato il buio. Il ventennio fascista è stato una delle pagine più buie della storia d’Italia. Eppure l’ora più buia di Winston Churchill contro il nazismo seppe trasformarsi nella luce verso la libertà. Superato il buio arriva l’alba.

E’ tratto dal romanzo il Buio e il miele di Giovanni Arpino il film Profumo di donna di Dino Risi, dove Vittorio Gassman interpreta magistralmente il capitano Fausto Consolo, rimasto cieco a causa di un’esplosione. «Era una notte buia e tempestosa»: è una frase celebre del romanzo I tre moschettieri di Alexander Dumas, usata ripetutamente anche da Snoopy, il personaggio disegnato da Schultz, tanto da farla diventare un vero e proprio tormentone.

To kill a Mockingbird è un romanzo di Harper Lee da cui è stato tratto il film omonimo di Robert Mulligan con Gregory Peck uscito in Italia con il titolo Il buio oltre la siepe, una metafora per indicare ciò che è sconosciuto pur essendo molto vicino. E’ la diffidenza nei confronti del diverso, di persone che non si conoscono, come gli immigrati della nave Diciotti che in Libia, così hanno raccontato alcuni di loro, hanno trascorso mesi di prigionia «ammassati in stanze al buio».

«Faccio il buio» può dire il giocatore di poker che parla per primo, raddoppiando così la posta globale del piatto, prima ancora di aver visto le carte. Chissà se è proprio vero che i gatti ci vedono anche al buio.

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