LA PAROLA

Burattino

«C’era una volta un “re” diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato, c’era una volta un pezzo di legno»: così , Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, fa cominciare la storia del burattino più famoso del mondo, Pinocchio, un burattino di legno come il suo stesso ideatore lo definisce. In realtà la parola burattino ha radici ben più antiche. C’è chi la fa derivare da buratto, che sta ad indicare un panno di colore scuro con cui venivano confezionati fantocci di cencio. Dal Cinquecento è una maschera della commedia dell’arte, nome preso in prestito dal mestiere di chi setacciava, cioè aburattava, la farina (buratini). Di solito, è un fantoccio costituito da una testa di legno e un vestito sotto il quale il burattinaio infila una mano per animarlo. Non c’è burattino senza un burattinaio.

Il termine, di recente, è stato evocato nell’aula del Parlamento europeo di Strasburgo dal liberale belga Guy Verhofstadt che, parlando in perfetto italiano, lo ha usato rivolto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Mi domando per quanto tempo ancora lei sarà il burattino di Salvini e Di Maio». Immediata la replica: «Io burattino non mi sento, lo saranno quelli che rispondono a lobby, gruppi di potere e gruppi di affari». Polemiche a non finire. Le cronache politiche italiane raccontano, tuttavia, di un uso diffuso del termine burattino, affibbiato, di volta in volta, al politico di turno, anche in tempi meno recenti. Oltreoceano, Donald Trump, proprio in questi giorni, non ha voluto essere da meno: ha sfoderato un puppet (burattino o marionetta che sia, nella traduzione dall’inglese) all’indirizzo del venezuelano Maduro.

In senso figurato, burattino è usato per indicare una persona facilmente manovrabile e influenzabile, quindi che opera per impulso altrui. Burattino è anche persona senza carattere, volubile e leggera, che non mantiene la parola («Sei un burattino»). Si dice anche “far ballare i burattini” quando si intende manovrare qualcuno o “abbandonare baracca e burattini”, per andarsene e lasciare perdere tutto.

Dalle origini, il teatro dei burattini ha privilegiato la piazza: era il richiamo per il pubblico di ciarlatani e saltimbanchi. Pulcinella resta uno dei personaggi più famosi del teatro di burattini. Forse non tutti sanno che l’artista futurista Fortunato Depero ha scritto quattro spettacoli per burattini mai messi in scena e recuperati, non molti anni fa, dall’artista statunitense Dan Hurlin.

Totò ha interpretato magistralmente un burattino: sul palco l’attore comincia a muoversi come fosse la musica a dargli vita. La magia di un burattino fantastico.