LA PAROLA

Buriana

Sostantivo femminile, che deriva dal latino boreas e significa tempesta passeggera. Indica, per lo più, quei temporali improvvisi, tipici della stagione estiva o comunque di quei periodi dell’anno di passaggio, quando in breve tempo le condizioni meteorologiche cambiano radicalmente e danno la sensazione di attraversare, nel giro di poche ore, le stagioni.

Un termine che, in questi giorni di freddo, è riecheggiato nella mente di molti italiani, a causa del Burian, il vento siberiano annunciato da tempo, che ha portato un’ondata di gelo e di disagi ad esso connessi nel nostro paese. Il Burian, che secondo alcuni esperti di lingua russa sarebbe stato più corretto chiamare Buran, è un vento molto forte che arriva dalla Siberia, soffiando quindi da nord e nord-est e portando con sé frequenti tempeste di neve.

Qualcosa di simile alla nostra bora, dunque. Ma il termine buriana è usato con molta frequenza da tanti toscani. E non solo perché nella zona senese la tramontana viene comunemente chiamata buriana, né perché a Firenze esiste un detto popolare che, per annunciare tempesta dice: «Quando Monte Morello c’ha il cappello e la Calvana la sottana, domani l’è buriana».

Il sostantivo buriana è usato soprattutto con l’accezione di chiasso, confusione. “Fare buriana” significa fare rumore e, di solito, non per festeggiare. È un trambusto che dietro di sé lascia scompiglio, se non distruzione, danni, insomma, brutti ricordi. Lo dice anche l’etimologia del termine: quel sostantivo latino boreas, è lo stesso da cui deriva bora, il vento freddo che viene dal settentrione. Quando si chiede, quindi, se “è passata la buriana”, lo si fa per sapere se la tempesta, ovvero il litigio, la discussione, sono finiti.

Se la buriana è passata, dunque, è tornato il sereno, proprio come nel significato etimologico. Altrimenti, son guai, per dirla alla toscana.

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