Essere nati con la camicia, sudare le sette camicie, rimanere in maniche di camicia, vendersi anche la camicia, cucinare le uova in camicia. Numerosi detti popolari e proverbi hanno per tema la camicia appunto, capo di primaria necessità e indumento che vanta le origini più remote nella storia della civiltà.
Dal latino camisia o dal greco kamasos (tunica), la camicia era inizialmente un indumento di biancheria intima.
La camicia, tanto diffusa presso tutti i ceti sociali e in tutte le epoche, nella storia ha avuto un ruolo simbolico ben preciso, colorandosi del pensiero di chi l’ha usata come vessillo, come bandiera. Le camicie infatti sono state rosse, nere, oppure verdi, e i colletti, sempre bianchi. Ognuna con un significato e un valore preciso.
Il termine, di origine celtica o germanica, indica un indumento leggero allacciato sul davanti, da portare a diretto contatto con la pelle. Attraverso le mode e gli usi la camicia ha cambiato mille fogge, è stata abbottonata, a T, drappeggiata, con maniche, senza maniche, usata di giorno o di notte.
Dal Medioevo in poi la camicia diventa elemento tanto importante che spesso viene citata nei testamenti e nelle donazioni, come bene primario. Durante le Crociate la camicia subisce una importante trasformazione, al pezzo unico originario vengono aggiunte le maniche, cucite separatamente e poi unite al corpo principale. Sul finire del Medioevo la camicia si arricchisce di ricami e nastri, tanto che nel Cinquecento diviene tanto preziosa da costituire il dono della sposa al futuro consorte. Dopo alterni successi la camicia ha un suo momento di gloria nel Settecento, sbuffante di pizzi e di ruches dalle marsine. L’Ottocento borghese elegge la camicia nella sua accezione più sobria e severa, come capo indispensabile di biancheria, funzionale e poco appariscente. Sarà il Novecento a consacrarla un must dell’abbigliamento soprattutto maschile e proprio in quel secolo prende la forma attuale con l’allacciatura davanti, infatti sino ad allora la camicia veniva “infilata” dalla testa.
Una delle camicie più conosciuta è quella rossa dei garibaldini: si suppone che l’origine di questa simbolica divisa sia stata dettata da questioni strettamente economiche. Nell’aprile del 1843, Garibaldi raccolse a Montevideo, oltre 500 italiani disposti a difendere la repubblica uruguayana dagli attacchi del dittatore argentino Juan Manuel de Rosas. Una casa commerciale offrì alla Legione italiana, a prezzo di saldo, una partita di camicie di color rosso originariamente destinate ai “saladeros”, gli operai dei grandi macelli degli stabilimenti di carne conservata al fine di nascondere le macchie di sangue che, a causa dell’assedio, non potevano essere consegnate. Il generale fece un affare e da allora, il rosso non abbandonò più le milizie volontarie garibaldine.