Caratteristico veicolo a mano, la carriola è un attrezzo da lavoro, per piccoli trasporti di materiali sfusi o ingombranti, più o meno pesanti; la ruota è imperniata su due stanghe che fungono anche da manici da impugnare per il trascinamento. Sui manici è fissato il piano o la cassa di supporto del contenitore, che assume forme diverse in funzione ai carichi da trasportare.
Non del tutto chiare le lontane origini della carriola, ma certo risalgono all’antichità, probabilmente fu ideata, con forme differenti, già al tempo dell’antica Grecia, per poi essere utilizzata anche dai Romani. Leggenda vuole che Leonardo da Vinci ne abbia ideato una sua versione (quando si parla di invenzioni è inevitabile che venga sempre fuori Leonardo), con apposite modifiche per aiutare nel lavoro gli operai costretti a trasportare con fatica e ripetutamente, pochi pesi alla volta.
Nelle nostre campagne, in tempi più recenti, la carriola spesso era in legno e la pesante ruota era talvolta rivestita da una fascia metallica, che veniva applicata per rallentare il logorio della parte rotante. La carriola – che ha dato anche il titolo a una novella di Pirandello – veniva utilizzata dai contadini per il trasporto di generi vari su brevi distanze, dalle sementi ai mangimi, terra o pietre, ma soprattutto per il trasporto del letame dalle stalla alla concimaia.
Fra Otto e Novecento “scariolanti” venivano chiamati i braccianti che trasportavano la terra per mezzo di carriole durante i lavori di bonifica del delta del Po e di altre aree palustri italiane, divenuti protagonisti anche di varie canzoni popolari, come questa strofa che intona: «A mezzanotte in punto si sente un grande rumor sono gli scariolanti, lerì lerà, che vengono al lavor».
E come non ricordare anche il detto “Se mia nonna avesse le ruote, sarebbe una carriola”, un tipico modo di dire, utilizzato per fare un commento sarcastico, riguardo ad ipotesi assurde o estremamente fantasiose. Una saggezza popolare che serve anche a caratterizzare quelle persone che posti davanti alle cose fanno un’infinità di ipotesi, magari allo scopo proprio di non prendere nessuna decisione, invitandole a smetterla con tutti quei “se”.
