LA PAROLA

Carteggio

Carteggio, «il corrispondere frequentemente per lettera: iniziare un carteggio; tenere un carteggio; interrompere, riprendere, diradare il carteggio con qualcuno; Agnese ricevé poi quella lettera, e fece riscrivere, e il carteggio continuò (Manzoni)», scrive il vocabolario Treccani.

«Insieme delle lettere scritte e ricevute – prosegue – da una personalità nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, della politica, nella sua corrispondenza epistolare con una o anche più persone determinate, soprattutto in quanto tali lettere siano raccolte e ordinate, non però necessariamente stampate (differisce quindi dall’epistolario, che indica in genere la raccolta stampata e comprende di solito la corrispondenza intercorsa con qualsiasi destinatario): il carteggio del Foscolo con la Fagnani Arese».

Carteggio è un termine utilizzato anche in marina e in aeronautica per indicare l’insieme delle operazioni che si compiono a bordo sulle carte nautiche, per preparare e seguire la navigazione della nave o dell’aereo. In sintesi, dati come punti fissi il luogo di partenza e quello di arrivo (corrispondenti ad una retta, detta rotta ideale) il carteggio è l’insieme di calcoli che portano ad individuare e programmare le deviazioni obbligatorie.

Il comandante della nave dovrà quindi attenersi alla rotta così calcolata, discostandosi da quella ideale, per evitare eventuali ostacoli fissi o correggere errori di rotta dovuti a forze esterne. Non esattamente come il capitano Schettino della Concordia, che proprio il 27 luglio di quattro anni fa venne rimossa dalle acque del Giglio e trasferita a Genova.

Oggi il carteggio classico è stato quasi completamente sostituito dalla cartografia digitale supportata dalle funzioni GPS, ma neanche questo è bastato al guappo di Castellamare di Stabia per evitare il disastro.

 

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