AMORE E DINTORNI VISIONI

Cas(ino) di bambola

Molly, una delle bambole Lumidolls

«Rag doll, livin’ in a movie/Hot tramp, daddy’s little cutie» (Bambola di pezza, che vivi in un film/ Sgualdrina vogliosa, piccola di paparino) cantavano gli indiavolati Aerosmith sul finire degli anni 80. La “bambola di pezza”, che si buttava tra le braccia dell’uomo di turno, per pochi minuti di sesso, era una ragazza in carne e ossa, puro piacere fisico per lui e, speriamo, anche per lei.

Sono passati appena 30 anni e le “dolls”, questa volta in silicone e futuristici materiali similpelle da far impallidire la bellissima replicante Daryl Hannah in Blade Runner, sembrano essere il desiderio proibito per qualche ora di compagnia, per uomini e donne. Almeno stando a quanto si legge da giorni sulla stampa.

Il prossimo 3 settembre, apre anche a Torino, il primo casino (chiamiamolo con il suo nome) in Italia, dove al posto delle donne (ma anche degli uomini) ci sono bellissime bambole in tutto e per tutto uguali all’originale in pelle umana. Lo apre LumiDolls, «il primo marchio al mondo ad offrire l’intrattenimento ludico-sessuale con realistiche e realistici SexDolls» si legge trionfalisticamente sul sito. «Venite a visitare la prima “casa d’appuntamenti” con SexDolls, a Torino!» prosegue la pagina. Le tariffe? 80 euro per mezz’ora, 100 per un’ora, 180 per due ore. Volendo si possono anche comprare sul “LumiDolls store” e portarsele a casa: una bambola va dai 700 ai 2.000 dollari.

E allora via, se di casa di appuntamenti si tratta, tutti a prenderne uno con Kate, Illary, Alessandro, Molly, Eva, Arisa, Bianca. Addominali scolpiti e misure significative per lui, tette e culi che stanno su che nemmeno a 15 anni e vendendo l’anima al diavolo (o al personal trainer), per lei. Capelli ricci, lisci, biondi, rossi, scuri, lunghi corti; occhi verdi, azzurri, castani, naso alla francese, naso greco, ma anche due pieghine di pelle sulla pancia tanto per sembrare più realistiche. Sono lì per ogni voglia, gusto e desiderio, per ogni perversione, che spiega TESSERE, ha spesso a che fare con il sesso. E questo è assai più preoccupante.

Kate o Molly non si lamenteranno mai, potete anche schiaffeggiarle, strattonarle, usarle in gruppo, portarle al guinzaglio. Saranno sempre felici e sorridenti. Nemmeno Alessandro si lamenterà. Certo meglio che abusare di un essere umano, non ci sono rischi penali, freni morali e nemmeno la senatrice Lina Merlin avrebbe da ridire…

la bambola Alessandro

Sbaglio o ci aveva già pensato Alberto Sordi nel film Io e Caterina a prendersi un robot al posto di una donna? E l’automa sempre più simile all’umano, ma assai meno complicato (anche sul piano morale), non è forse un desiderio nemmeno tanto celato? Pensiamoci bene: non mangia, non sporca, soprattutto non pensa (forse), ergo non parla e non chiede. Eppure alcuni uomini, nei tanti reportage sull’argomento, giurano che vanno a puttane anche per parlare. E sono le prostitute stesse a confermarlo. Sai che palle… povere criste devono pure sopportare i loro lamenti pigolanti, dopo averne sopportato tutto il resto.

A Torino, invece, come a Barcellona, a Mosca, a Parigi dove Lumidolls è già sbarcato, si scopa (sì, insomma, più o meno) senza problemi. E vuoi mettere i rischi? Niente paura di Hiv, Hpv, epatiti. Al massimo qualche malattia venerea se Bianca o Eva non vengono sterilizzate a dovere e l’elastomero termoplastico di cui sono fatte non  nasconde qualche pestifero microrganismo.

«Presso le strutture LumiDolls – spiega il sito – offriamo servizi unici ed esperienze totalmente nuove, al fine di farvi godere della sessualità in un modo completamente diverso, in uno spazio lussuoso, assolutamente riservato e del tutto legale. La nostra vasta esperienza in questo settore ci consente di lavorare ai migliori livelli qualitativi per offrirvi esperienze il più soddisfacenti possibile (…) per realizzare tutte le vostre fantasie fin nei minimi dettagli. Da soli, con il vostro o la vostra partner, con i vostri amici (…). Ci adattiamo completamente alle vostre esigenze per garantirvi intensi attimi di piacere con le migliori e i migliori Sexdolls del mondo, come non avreste mai potuto immaginare. Esplorate nuove sensazioni con i nostri SexDolls… Tutte le vostre fantasie si avvereranno!».  Basta non innamorarsi, suppongo, come succede al protagonista del film Life Size, del regista spagnolo Luis García Berlanga, uscito nel 1973, in cui un dentista (Michel Piccoli) si suicida per amore di una bambola gonfiabile.

Insomma, altro che palline cinesi, vibratori rotanti e vagine pocket… preistoria, di fronte alle promesse di LumiDolls!

A questo punto, la domanda è naturale: perché un uomo o una donna si dovrebbero divertire a fare sesso con una bambola (ben fatta a giudicare dalla foto, ma pur sempre una bambola)? Curiosità, paura, incapacità di comunicare? Lo abbiamo scritto qui, che, in tempo di social, il sesso è sempre più virtuale (e le seghe sempre più reali), che è più facile essere leoni da tastiera, che esporsi a un rifiuto e sentirsi non all’altezza delle aspettative.

Beh, non c’è da addentrarsi in riflessioni sociologiche, psicologiche, etiche, morali femministe, post femministe che porterebbero lontano e non fornirebbero risposte. C’è solo da citare di nuovo la celebre frase di Woody Allen, ovvero «non sottovalutate la masturbazione, è fare sesso con una persona che si conosce benissimo». Oppure invocare l’asteroide misericordioso (cit Andrea Scanzi) che metta fine a questo genere umano.

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