LA PAROLA

Catafascio

Catafascio o scatafascio un termine utilizzato per indicare che qualcosa va o è andato alla malora, a rotoli, come si evince dall’espressione «la mia vita sta andando a catafascio!». Ma anche «il Paese sta andando a catafascio», riferita a una situazione politica fuori controllo, che mette seriamente a rischio il sistema economico-sociale e la democrazia di una nazione.

Questo però non è l’unico significato della parola, che ben si presta anche per suggerire che qualcosa è stato lasciato in uno stato di totale disordine e confusione. «Ma guarda qua, hai lasciato tutto a catafascio in camera!», è una frase che sicuramente ogni madre italiana ha pronunciato almeno una volta nella vita, senza speranze e pronta a rimboccarsi le maniche per riordinare.

La parola deriva da una particolare fusione avvenuta, pare, nel Quattrocento, tra il prefisso greco katà (in questo caso con il significato di giù) e la parola italiana  fascio o sfascio. Una chimera, la definisce il sito “Unaparolaalgiorno“, «inventata di sana pianta, con un risultato formidabile, sia a livello sonoro (perché il catafascio riempie la bocca e rende il suono di un crollo complesso) sia a livello concettuale, perché direziona lo sfascio, il suo disordine, la sua rovina, secondo la gravità. Sono proprio queste parole a farci capire che materia viva sia la lingua, e quanto i processi di formazione di una bella parola possano essere insospettabilmente arbitrari».

 

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